Piacenza. Si va verso la conclusione delle indagini per una vasta operazione che lo scorso anno fece emergere una presunta catena corruttiva per gli appalti pubblici, nella provincia piacentina. Tra i coinvolti c’è l’imprenditore gelese Nunzio Susino, insieme a diversi amministratori di enti locali della zona. Nel maggio dello scorso anno, lasciò il carcere dopo circa tre mesi. Era stato arrestato dai carabinieri, perché ritenuto tra le figure di spicco. Alla guida della sua azienda, la “Cooperativa edile e forestale Altavaltrebbia”, l’imprenditore, che ormai vive stabilmente nella provincia piacentina, sarebbe riuscito a controllare appalti pubblici e ad essere al centro di un presunto sistema, che per gli investigatori avrebbe segnato una lunga scia di collegamenti illeciti tra imprenditoria e politica. Al setaccio sono finite migliaia di carte e affidamenti di appalti pubblici, in tanti Comuni della zona della Val Trebbia. E’ consistente la mole di intercettazioni telefoniche e ambientali, dal cui contenuto emergerebbe proprio il presunto “pactum sceleris” tra imprenditoria e politica. All’imprenditore gelese sono contestati più di venti capi di imputazione.
E’ accusato di associazione per delinquere, turbata libertà degli incanti, concussione, truffa, corruzione, frode nelle pubbliche forniture e falso ideologico. Subito dopo l’arresto, davanti al gip, aveva optato per la facoltà di non rispondere. E’ difeso dall’avvocato Paolo Fiori. Con la conclusione delle indagini, i pm potrebbero richiedere il rinvio a giudizio per i coinvolti.