Gela. Oggi dovrebbe tenersi un incontro, tutto interno al gruppo civico di “Una Buona Idea”. Gli esponenti del movimento, che hanno scelto di non stare più nel progetto amministrativo del sindaco Lucio Greco, sono molto preoccupati per la piega assunta dalla crisi finanziaria nella quale versa il municipio. I consiglieri comunali Davide Sincero e Rosario Faraci, il segretario Rino Licata, l’ex vicesindaco Terenziano Di Stefano e gli esponenti del gruppo, seguono passo dopo passo le tappe della crisi e sono sempre meno convinti dalle scelte del sindaco. Domani, all’assise civica, Sincero e Faraci esporranno i contenuti dell’interrogazione che hanno presentato proprio sull’attuale situazione dei conti. I civici si sono già confrontati più volte e quello di oggi dovrebbe essere un ulteriore passo che li possa condurre a maturare scelte, anche inattese. “Sulla base delle risposte che verranno fornite dall’amministrazione comunale alla nostra interrogazione e non solo, prenderemo una decisione importante – spiega Di Stefano – ad oggi, c’è solo confusione. Non si capisce quale sia la reale situazione finanziaria dell’ente. Nell’interrogazione, i consiglieri di “Una Buona Idea” indicano tutte le tappe che ci sono state fino ad ora ma anche il fatto che non ci siano atti finanziari e non sappiamo neppure in cosa consistano i correttivi che ora la giunta ritiene prioritari. Temiamo che possano essere finalizzati solo a non presentarsi a mani vuote all’audizione alla Corte dei Conti. Servono soluzioni strutturali e un ragioniere generale che effettui l’analisi complessiva. Escludo che i magistrati contabili possano accontentarsi di un fogliettino. Sicuramente, prenderemo una decisione importante, in negativo o eventualmente in positivo. Non escludiamo nulla. Tutto dipenderà da che tipo di risposte verranno fornite”. L’ex assessore della giunta Greco non si sbilancia ma fa capire che il confronto con gli esponenti del movimento potrebbe determinare anche eventuali colpi di scena. “La sfiducia? E’ un tema molto delicato e comunque possono esserci altre decisioni da prendere in esame, come le dimissioni dei nostri consiglieri – aggiunge – purtroppo, in una situazione così difficile per il Comune e per la città, dispiace dirlo, ma manca una guida vera. Il sindaco, come un buon comandante, dovrebbe essere capace di riprendere il timone. Questo non sta accadendo. Non possiamo aspettare il salvatore della patria senza avere certezze su nulla. Greco ha distrutto il patto civico nel tentativo di avvicinarsi al centrodestra e al presidente Schifani. Ma questo cosa sta comportando di positivo? La città sta scivolando come in una lenta frana. Non possiamo consentirlo”.
Di Stefano si sarebbe aspettato molto di più dalla politica regionale. “Sullo svincolo delle royalties non chiediamo nulla di anomalo – dice ancora – ma solo la possibilità di usare soldi della città, in una situazione di emergenza piena. Nessuno ha mai chiesto fondi della Regione. I fondi royalties sono della città e i vincoli di destinazione rischiano di metterla in seria crisi. Centrodestra e centrosinistra, ancora una volta, si fanno gli sgambetti solo per ragioni politiche. Sarebbe bastato un semplice emendamento alla legge finanziaria, condiviso da tutti, che consentisse l’uso delle somme delle royalties a copertura di servizi essenziali, così da concentrare le somme dei servizi sui debiti. E’ molto semplice ma evidentemente si preferisce dare priorità agli interessi di bandiera. Lo svincolo delle royalties, probabilmente, non risolverà la crisi finanziaria per intero ma sarebbe assolutamente importante poter usare undici milioni circa per l’anno in corso, i dieci non spesi e i venti milioni che sono vincolati agli scopi definiti dalla legge regionale. Invece, da quello che emerge dalle dichiarazioni del vicepresidente dell’Ars Di Paola c’è da temere che gli emendamenti possano finire nel nulla. Questo sarebbe un danno enorme per la città”. Con condizioni finanziarie che l’ex vice di Greco definisce “molto delicate”, i civici si sarebbero attesi un approccio diverso dall’avvocato e non lo nascondono. Ora, potrebbero assumere decisioni piuttosto plateali. “Non siamo usciti dalla giunta per timore della situazione finanziaria – conclude Di Stefano – anzi, continuiamo ad esserci sempre e lo stiamo dimostrando anche votando gli atti. Però, ancora adesso non si nota una vera guida al comando”.