Maxi credito Ato, cadono accuse a Depetro: assolto l’ex dirigente comunale

 
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L'ex dirigente comunale Alberto Depetro

Gela. Non sono emerse responsabilità dell’ex dirigente comunale Alberto Depetro. Le accuse a suo carico sono venute meno e il collegio penale del tribunale l’ha assolto, con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. L’indagine condotta dalla procura si concentrò sulla mancata certificazione del maxi credito vantato dall’Ato rifiuti nei confronti di Palazzo di Città. Circa sedici milioni di euro, per conferimenti in discarica che risalgono a precedenti gestioni amministrative. Ancora oggi, con l’ente comunale sull’orlo del dissesto, il macigno del debito contratto con Ato è tra i fattori che possono destabilizzare ancora di più i già precari equilibri di bilancio. La scorsa estate, il tribunale delle imprese di Palermo ha confermato che il municipio deve pagare. Secondo le contestazioni che invece hanno portato a processo Depetro, la mancata certificazione del credito Ato avrebbe determinato la violazione della normativa in materia, solo per “evitare di sforare il patto di stabilità”, così ha spiegato il pm Mario Calabrese nel corso della sua requisitoria. “Quel credito è certo, liquido ed esigibile”, ha precisato il pubblico ministero. Dai banchi dell’accusa è stata avanzata la richiesta di condanna per Depetro, ad un anno e sei mesi di reclusione. L’ormai ex dirigente comunale, che per quasi dieci anni ha retto le sorti del settore finanziario, si è dimesso dall’incarico negli scorsi mesi perché non più in linea con le scelte adottate dall’amministrazione per affrontare l’attuale fase di crisi. La difesa, sostenuta dall’avvocato Maria Platania, ha ripercorso le ragioni che hanno determinato il giudizio e ha più volte ribadito che l’ex dirigente “non ha violato la norma”. “Il dirigente Depetro – ha aggiunto – è stato un capro espiatorio. Le condizioni per certificare un credito non ci sono quando manca la copertura”.

Lo stesso Depetro, nel corso dell’istruttoria dibattimentale, è stato sentito in aula e a sua volta ha ripercorso tutte le fasi della procedura attivata per il maxi credito Ato, del quale venne a conoscenza solo successivamente “nel 2015”, così ha spiegato, perché relativo ad un settore del Comune che non era di sua competenza. Ha indicato che una minima parte di quelle somme sono state liquidate, aggiungendo che  il Comune “non nega il credito” vantato dall’Ato. “Verrà spalmato e non c’è nessun rischio di default per l’ente”, riferì. Il collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Eva Nicastro e Martina Scuderoni), a conclusione del giudizio ha emesso l’assoluzione.

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