Gela. I giudici della Corte d’appello di Caltanissetta hanno ridotto le condanne che in primo grado il giudice del tribunale di Gela aveva imposto al trentanovenne Giacomo Tumminelli e al venticinquenne Ruben Raitano. E’ caduta una delle accuse, quella di estorsione. L’entità complessiva delle pene, rivista in secondo grado, è di tre anni e sei mesi di detenzione, ciascuno. In primo grado, invece, entrambi erano stati condannati a quattro anni e dieci mesi. Per gli investigatori, avrebbero preteso che un artigiano locale acquistasse da loro cocaina, quasi a cadenza settimanale, così da coprire un debito che pare avesse maturato sempre per la droga. L’artigiano, messo alle strette e intimorito dalle minacce, decise di denunciare i fatti. I carabinieri arrivarono ai due imputati, che però hanno sempre fornito versioni differenti rispetto ai presunti rapporti con lo stesso artigiano. I magistrati nisseni hanno confermato un altro capo di accusa (un tentativo di estorsione), e la contestazione del possesso di droga. Le difese, sostenute dagli avvocati Rosario Prudenti e Davide Limoncello, anche nei ricorsi presentati hanno messo in discussione l’effettiva sussistenza dei reati.
Già in primo grado, la versione che fu resa dall’artigiano non convinse i legali dei due imputati. Hanno escluso pressioni per il denaro e lo spaccio di droga. I giudici di appello, a conclusione del procedimento, hanno ridotto le condanne, facendo venire meno il capo sull’estorsione.