Gela. A fine marzo, il giudice Miriam D’Amore si pronuncerà anche sulla richiesta di costituzione di parte civile avanzata delle associazioni Wwf Sicilia centrale, “Aria Nuova” e “Amici della terra”. I rispettivi legali, gli avvocati Salvatore Patrì e Joseph Donegani, questa mattina, in aula, hanno avanzato le loro ragioni. L’hanno fatto nel procedimento che coinvolge manager e responsabili di Raffineria Eni e Syndial (oggi Eni Rewind). Per la procura, ci furono omissioni rispetto alle procedure di bonifica delle falde dell’area del sito della multinazionale. Accuse che l’azienda ha escluso già in fase di indagine ma che hanno portato a processo Alfredo Barbaro, Ignazio Arces, Massimo Lo Faso, Claudia Di Marco, Marcello Tarantino, Arturo Anania, Calogero Sciascia, Luca Pardo, Sandro Oliveri, Gianluca D’Aquila, Silvio Ristagno e Pasquale Maltese. Rispetto alle posizioni di Barbaro e Arces, le difese ritengono vadano verificati alcuni atti della fase di indagine. Valuteranno inoltre il contenuto delle costituzioni di parte civile delle associazioni. Su tutti questi aspetti si pronuncerà il giudice. Tra chi ha già preannunciato la costituzione di parte civile c’è anche il Ministero dell’ambiente, rappresentato dall’Avvocatura dello Stato (con il legale Giuseppe Laspina).
Questa mattina, il legale ha parlato inoltre di “un danno non patrimoniale” arrecato dai presunti mancati interventi di bonifica. Dall’azienda, negli scorsi mesi, proprio in corso di indagine, fecero sapere di essere pronti a chiarire in giudizio, certi di aver proceduto in base a quanto previsto anzitutto dal Ministero. Gli approfondimenti sono stati condotti dai militari della capitaneria di porto e dai poliziotti del commissariato, coordinati dai pm, principalmente sul ciclo degli impianti Taf, per il trattamento delle acque di falda, e Tas, per le acque di scarico Nel corso dell’inchiesta furono eseguiti provvedimenti di sequestro.