Gela. Attraverso il legale che li rappresenta, l’avvocato Angelo Cafà, davanti al gup hanno preannunciato la costituzione di parte civile. Si tratta di due fratelli che a bordo della loro auto vennero raggiunti da diversi colpi di arma da fuoco, nei pressi del cimitero monumentale, a largo San Biagio. Fortunatamente, non riportarono conseguenze irreparabili. I colpi, probabilmente esplosi con una pistola, sarebbero partiti da un’abitazione della zona. Secondo i pm della procura, c’era l’intenzione di uccidere e l’accusa di tentato omicidio è mossa al ventiseienne Fabrizio D’Aleo, che già due anni fa quando si verificarono i fatti era sottoposto a misure restrittive. I capi di accusa principali si concentrano proprio su D’Aleo ma davanti al gup, a rispondere di lesioni e resistenza, ci sono anche due familiari del giovane.
I difensori, gli avvocati Cristina Alfieri e Carmelo Tuccio, questa mattina hanno chiesto un rinvio in attesa di produrre una perizia sulle condizioni del giovane imputato, già autorizzata in un altro procedimento, nel quale al ventiseienne viene addebitata la rapina in una tabaccheria del centro storico. Spetterà poi al giudice dell’udienza preliminare valutarne il contenuto. Secondo i pm della procura e i poliziotti del commissariato ci sarebbero state altre “azioni minatorie commesse con l’uso di armi”. Dall’indagine emerse che prima di arrivare nella zona del cimitero monumentale, uno dei fratelli avrebbe avuto dei dissidi attraverso una chat, probabilmente con lo stesso D’Aleo.