Gela. Il regolamento attende da almeno due anni il via libera definitivo dal consiglio comunale. Fino ad ora, però, non è stato neanche trattato.
Antenne ovunque. Le stazioni radio base, ovvero gli impianti installati per favorire la diffusione dei segnali di telefonia mobile, rischiano di diventare un vero caso. Da tempo, soprattutto dopo le polemiche sorte intorno all’installazione nel cuore del quartiere residenziale La Cittadella di un impianto per la telefonia collocato dal gruppo Ericsson, si chiede di regolamentare l’intera materia. “Purtroppo – spiega l’esponente locale di Legambiente Virginia Farruggia – il regolamento è rimasto fermo in consiglio comunale. Si tratta di un nostro contributo tecnico messo a disposizione dell’amministrazione ma, evidentemente, la materia non interessa troppo. Nel regolamento si prevedono precise zone nelle quali collocare quest’impianti. Ovviamente, parliamo di aree distanti dal centro abitato o dai luoghi frequentati da bambini e anziani”.
Dubbi sugli effetti. Il pericolo, infatti, è quello degli effetti eventualmente prodotti dall’intensità dei segnali emanati.”Tutto dipende – dice l’ingegnere Gianfranco Di Pietro – dalla potenza generata da impianti di questo tipo. I gestori, per legge e prima di ottenere tutte le autorizzazioni del caso, hanno l’obbligo di presentare i risultati delle simulazioni”. Allo stato attuale, sono più di cinquanta le stazioni radio base presenti nel perimetro cittadino e, in un vecchio studio redatto da tecnici dell’Università di Catania, vengono indicate aree oramai del tutto sature come quella di via Palazzi. “Senza un preciso regolamento – continua ancora l’esponente di Legambiente – continuerà a vigere una situazione di quasi totale libertà. Gli impianti possono essere collocati ovunque, compresi gli stabili privati, senza distinguere aree sensibili da zone, invece, più distanti dal centro abitato”. Nelle scorse settimane, in aula consiliare, si era quasi giunti ad esaminare il regolamento sulle stazioni radio base ma, come spesso capitato, è venuto a mancare il numero legale necessario. Forse, il 2015 potrebbe diventare l’anno buono per dire sì a quest’atto.