Gela. La crisi degli atti finanziari, che anche oggi ha fatto segnare una nuova tappa, in queste settimane ha aperto diversi fronti. In serata, l’aula consiliare ha approvato l’atto di indirizzo della commissione bilancio, teso ad impegnare l’amministrazione comunale a far pervenire all’assise civica sia il rendiconto 2021 che quello 2022. Al momento, infatti, l’ente è sprovvisto di veri e propri atti finanziari, dopo lo stop che negli scorsi mesi è arrivato dai revisori dei conti rispetto al bilancio di previsione. Il segretario generale ha però attivato la segnalazione prevista dal testo unico degli enti locali, disponendo una serie di scadenze. Se in consiglio l’opposizione ha voluto battere più di un colpo, il sindaco e gli assessori sono stati invece impegnati in un nuovo round di verifiche e approfondimenti. E’ durato diverse ore l’incontro con l’esperto nominato da Greco, Calogero Centonze, incaricato in questa fase di supportare l’attività dei settori, ad iniziare da quello al bilancio (affidato ad interim al segretario generale Loredana Patti). Centonze, questa mattina, aveva preso parte all’incontro con il commissario nominato dalla Regione per gli atti finanziari. Greco e la sua giunta vorrebbero anzitutto depotenziare il pericolo del dissesto, che ormai agita le acque da settimane. Non è per nulla facile. Gli assessori stanno passando in rassegna i loro settori insieme ai tecnici. Si cerca di salvaguardare i capitoli fondamentali, ad iniziare dai servizi essenziali e dai progetti coperti con i programmi di finanziamento. Certezze bisognerà dare anche per la multiservizi Ghelas, attualmente in proroga ma priva del contratto.
La verifica con l’esperto è stata molto lunga e probabilmente diventerà quasi una consuetudine, almeno fino a quando non sarà conclusa tutta l’attività di controllo sui residui attivi e passivi. Greco, l’ha detto più volte, aspetta anche che la Regione possa dare una scossa vera a questa crisi in atto tra gli uffici dell’ente comunale, accettando il piano per lo sblocco delle royalties da destinare alla copertura della spesa corrente. Ad oggi, senza atti finanziari già definiti, non è però possibile quantificare l’eventuale entità del disavanzo che potrebbe segnare le prossime sorti di Palazzo di Città.