Gela. Ufficialmente, in assenza di altri riscontri, è ancora al vaglio della Corte dei Conti, fermo dal settembre dello scorso anno. Tempi troppo lunghi per il rinnovo dell’accordo di programma, già siglato da tutte le parti e che avrà efficacia fino all’ottobre del 2024. Il senatore Pietro Lorefice, che sta seguendo anche i tanti passaggi che hanno portato al rinnovo, l’aveva anticipata e adesso ha formalizzato l’interrogazione al ministro Adolfo Urso, che guida il dicastero dello sviluppo economico. I giudici contabili hanno un termine di sessanta giorni per l’attività di controllo, ma anche questo limite temporale è ormai superato. Ci sono volute tappe forzate per consentire che l’accordo di programma andasse incontro ad una proroga, con l’atto integrativo sottoscritto e che concede circa ventidue milioni di euro all’area di crisi di Gela, che comprende più di venti Comuni. Lorefice si rivolge al ministro e chiede di sapere se anzitutto sia informato del ritardo sul vaglio di legittimità dell’accordo di programma. Il senatore considera necessario “assumere informazioni in merito alla pronunzia della Corte dei Conti”. Senza l’ultimo passaggio della valutazione dei giudici contabili, non si può andare verso la pubblicazione del bando per le aziende che intendono sfruttare i fondi dell’area di crisi, con investimenti sul territorio. Ad oggi, tra mille traversie e con un budget che fin da subito venne ritenuto troppo limitato, l’accordo di programma e l’area di crisi hanno consentito di arrivare ad un unico vero investimento, in fase di completamento. Per il resto, i fondi sono rimasti del tutto inutilizzati, in attesa di un nuovo bando che dovrebbe seguire la chiusura dell’iter dell’accordo di programma, rimasto però ancorato alla Corte dei Conti.
Rivolgendosi al ministro Urso, Lorefice si chiede “se non ritenga opportuno, nell’ambito delle proprie attribuzioni e competenze, adoperarsi affinché si possa finalmente giungere alla registrazione del rinnovo dell’accordo di programma e procedere al più presto alla riapertura del bando per la concessione delle agevolazioni per il rilancio dell’area di crisi industriale di Gela”. Nel testo dell’interrogazione, il senatore non nasconde le gravissime difficoltà che il territorio locale affronta. “Una desertificazione economica che peggiora di giorno in giorno, nata a seguito della chiusura della raffineria e alimentata prima dalla pandemia e poi dalla guerra in Ucraina e gli effetti che questa porta con sé, quali inflazione, aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, che stanno mettendo in ginocchio quel poco del tessuto economico rimasto nell’area”.