Gela. “Tre giorni da incubo” per lei e soprattutto per la piccola figlia. A parlare è la madre di una bambina di pochi mesi, costretta al ricovero all’ospedale “Vittorio Emanuele”, per una febbre molto alta con bronchiolite. La donna fa il resoconto di un’esperienza del tutto negativa. Continui trasferimenti da una stanza ad un’altra, “scarsa pulizia anche nei bagni”, “bambini con patologie diverse ricoverati insieme”, “uso della zona grigia per i ricoveri” e poche verifiche anti-Covid. La mamma della piccola ha anche fornito le immagini delle conseguenze di un’iniezione alla figlia, rimasta con segni evidenti. “Mi dispiace dirlo, anche perché so che ci sono tutte le intenzioni per migliorare, ma molte cose devono ancora cambiare – dice – noi mamme e i nostri figli veniamo trattati in maniera pessima. Medici e personale del reparto non riescono a stabilire un rapporto con i pazienti. Le dimissioni sono arrivate dopo le mie tante lamentele. Da un momento all’altro, il quadro complessivo di mia figlia è cambiato e non era più così grave. Prima, mi era stato comunicato che sarebbero stati necessari almeno altri tre giorni. Improvvisamente, invece, abbiamo potuto lasciare il reparto e l’ospedale”.
La mamma della piccola, che è stata ricoverata proprio in questi giorni di fine anno, ha voluto raccontare quanto accaduto per lanciare un monito. “Spero che i vertici dell’ospedale e il primario del reparto sappiano apportare le giuste misure”, conclude.
POVERA LA NOSTRA GELA A SENTIRE QUESTI INCRESCIOSI FATTI CI SAREBBE DA SCAPPARSENE VIA IL PIU’ LONTANO POSSIBILE.MA AL SIGNOR SINDACO QUALE RESPONSABILE DELLA SALUTE PUBBLICA NON ARRIVANO QUESTE TRISTI NOTIZIE MI CHEDO E VI CHIEDO “MA CHE CI STA’ A FARE IN QUELLA POLTRONA” CERTAMENTE NON IL SUO DOVERE. MI SOVVIENE UN PASSO DELLA DIVINA COMMEDIA DOVE: HAI SERVA ITALIA DI DOLORE OSTELLO NAVE SENZA NOCCHIERE IN GRAN TEMPESTA,NON DONNA DI PROVINCIA MA GRAN BORDELLO.