Gela. Come abbiamo riferito ieri, l’intenzione era già stata formalizzata e nel primo pomeriggio sono arrivate le firme dei consiglieri di Forza Italia, il capogruppo Rosario Trainito e l’altro esponente azzurro Carlo Romano. I forzisti sostengono ufficialmente la sfiducia al primo cittadino. La mozione parla quasi esclusivamente la lingua politica del centrodestra, con le firme dei consiglieri salviniani, meloniani, di Gabriele Pellegrino e ora anche dei berlusconiani. La sfiducia continua ad essere sostenuta anche dal Pd, con la firma del consigliere Gaetano Orlando. “La nostra scelta è arrivata perché siamo convinti che il sindaco non abbia più il polso della situazione. La città è in declino – dice Trainito – e il sindaco ha delegato tutto ad un segretario generale e ad un consulente che stanno dimostrando di non avere chiara la situazione. Inoltre, riteniamo che non si possa amministrare una città come la nostra scaricando sistematicamente le responsabilità sul passato oppure delegando altri”. Il rapporto tra Forza Italia e la maggioranza si era chiuso già prima dell’azzeramento della giunta. Erano ormai insanabili le divergenze politiche, nonostante Greco ed esponenti a lui vicini stiano ancora dialogando con pezzi regionali dell’area forzista. Sicuramente, il gruppo locale del partito non si rivede più nella linea amministrativa del sindaco.
“Il centrodestra si compatta e può andare avanti per dare un’alternativa seria alla città – aggiunge il capogruppo FI – la sfiducia non è contro Greco ma contro un sistema di amministrare che ha dimostrato troppe falle. Il progetto iniziale non esiste più da tempo. Vogliamo un rilancio in tempi celeri. Un commissario, in via transitoria, a questo punto potrebbe assicurare una salvaguardia dell’ente e della città che il sindaco e la giunta non riescono a garantire. Noi siamo con la città. Davanti ad evidenti incapacità amministrative, Forza Italia ancora una volta agisce responsabilmente”. Il blocco di centrodestra inizia a prendere forma e lo fa intorno al nucleo di una sfiducia che arriva mentre la situazione finanziaria dell’ente pone in bilico anche l’assise civica.