Gela. Dopo il debutto in consiglio comunale all’insegna del “volemose bene” e degli appelli alla fratellanza universale per la nuova Giunta Greco è arrivato il momento di mettere in campo la programmazione per i prossimi mesi.
E a farla da padrone in ogni senso sul destino della nuova compagine di Governo sono indubbiamente i numeri.
Quelli ad esempio impietosi che il governo cittadino si ritrova in consiglio comunale dove, al netto delle dichiarazioni di appartenenza dei singoli assessori o alle dichiarazioni preconfezionate della serie “Le mie porte sono aperte” o “sarò l’assessore di tutti”, l’intera compagine governativa ha al momento la certezza del sostegno di poco più di sei consiglieri, ben sotto la soglia minima di sopravvivenza per votare i singoli atti.
Questo significa che per ogni atto che arriverà in consiglio comunale quasi certamente si aprirà il solito “Suk arabo” di contrattazione alla ricerca del voto del singolo consigliere per accaparrarsi il consenso o anche solo la semplice permanenza in aula.
Non certo un buon viatico per un’amministrazione che deve ancora portare in aula tutti i più importanti atti finanziari per la sopravvivenza dell’ente.
E proprio dalla situazione finanziaria traballante del Comune che vengono fuori gli altri numeri, ancora più determinanti. Quelli dei conti che ancora non si riescono a far quadrare.
Senza di fatto un dirigente di settore e con un assessore al bilancio appena insediato, il percorso che dovrebbe portare il comune fuori dalle secche del predissesto o peggio dal baratro del dissesto sembra più che irto di ostacoli ed insidie.
Da settimane sono in corso verifiche sugli atti finanziari e il sindaco è in stretto contatto con consulenti e uffici regionali.
Dopo le dimissioni dell’ormai ex dirigente Alberto Depetro, il sindaco si è affidato al segretario generale Loredana Patti, alla quale ha assegnato l’interim. Allo stesso tempo, è stato formalizzato l’incarico di esperto al dirigente dello Iacp di Catania Calogero Centonze.
Ad oggi però l’unico percorso avviato dal primo cittadino è quello che si muove sull’asse Gela – Palermo, anche se sembra alquanto difficile che la Regione, che in questo momento sta facendo i conti con una situazione finanziaria molto complicata, possa in qualche modo dare una mano a Gela.
Rassicurazioni su questo fronte arriverebbero però proprio dall’Assessore Regionale all’Economia Marco Falcone, ad oggi forse l’unico riferimento istituzionale di una giunta priva al momento di una vera e propria bussola politica. La paura della città è però che le rassicurazioni di Falcone incidano sulle soluzioni per Gela così come le infinite promesse fatte dallo stesso assessore sul fronte dell’inizio dei lavori del porto. Una serie infinite di date mai realizzate incise come cicatrici sull’eterna tela di penelope tessuta e poi meticolosamente disfatta sulla struttura portuale gelese.
Ma, al di là delle considerazioni sulle promesse, più o meno da marinaio, è proprio il peso politico, o meglio l’assenza di esso, a preoccupare gli stessi consiglieri comunali e la città.
Questa Giunta, messa insieme come un patchwork, ad oggi può contare su un unico partito con riferimenti regionali, l’Mpa di Lombardo e praticamente Zero riferimenti a Roma, dove tutti i partiti che siedono al Governo qu in città stanno sui banchi dell’opposizione.
Non certo una situazione rosea per il 2023 che sta per arrivare, soprattutto in assenza di una vera strategia politica che ad oggi non si è ancora vista. Il sindaco intanto passa un giorno sì e l’altro pure a lanciare appelli all’unità, continuando a perpetrare però l’eterna divisione tra “Buoni e Cattivi”, tra responsabili e irresponsabili. Non certo il modo migliore per avviare un percorso comune che porti a soluzioni concrete, che è l’unica cosa che al momento i cittadini chiedono ad una politica che sia responsabile sul serio e non solo attraverso i proclami o le liste di proscrizione.