La transizione ecologica e lo sviluppo di nuove tecnologie trascinano con sé l’aumento della domanda di pile portatili e accumulatori, la quale, secondo i dati di una ricerca svolta da Erion Energy, è destinata a crescere, da qui al 2030, del 25% all’anno.
Questo dato porta con sé due conseguenze, ossia la crescita del fabbisogno di materie prime per soddisfare le esigenze produttive e quello dei rifiuti da smaltire. In entrambi i casi, la soluzione è da ricercarsi nell’ottimizzazione dei processi di riciclo e nell’aumento della quantità di RPA riciclati.
Non solo le batterie di grandi dimensioni, ma anche le piccole pile aaa devono essere reimmesse nel ciclo produttivo al fine di colmare le lacune e rendere i Paesi dell’Unione liberi dalla dipendenza dagli Stati esteri per quanto riguarda l’approvvigionamento di materie prime essenziali. È per questo motivo che ognuno di noi, oltre ad acquistare le migliori batterie aaa, scegliendo quelle di più lunga durata, dovrebbe abituarsi a smaltire correttamente le pile esauste, consegnandole presso le isole ecologiche oppure conferendole negli appositi contenitori.
A che punto siamo
Il punto da cui parte l’Unione Europea nella corsa verso l’aumento dei materiali recuperati da pile e accumulatori è piuttosto basso, risultando pari al 45% di tutti i prodotti immessi sul mercato; tale percentuale scende notevolmente se si guarda alla sola Italia, la quale fa registrare uno scarso 30% per ciò che concerne il riciclo di pile portatili come le batterie ministilo e un 40% per le batterie industriali e quelle utilizzate nei veicoli.
Percentuali decisamente basse che trovano conferma in un sondaggio Ipsos, il quale, analizzando l’attitudine degli italiani a riciclare batterie e dispositivi elettrici, rileva che più di uno su due conserva in casa propria delle batterie esauste.
- Ridurre la dipendenza dell’UE dagli Stati esteri
Ad oggi l’Europa è molto lontana dall’autosufficienza per quanto riguarda l’approvvigionamento di materie prime essenziali per la produzione non solo di batterie, ma anche di elettrodomestici, veicoli e macchinari.
Secondo i dati, la produzione attuale copre appena l’1% del fabbisogno reale, mentre per il restante 99% l’Europa è costretta a rivolgersi a Paesi esteri, Cina in testa. Sebbene l’obiettivo di Bruxelles sia quello di raggiungere l’autosufficienza entro il 2025, l’obiettivo sembra ad oggi molto lontano e l’unico modo per evitare una futura dipendenza consiste proprio nell’incentivare l’industria del riciclo, aumentandone la portata di 25 volte per il 2030.
L’impatto positivo del riciclo di batterie sull’ambiente
L’ottimizzazione del riciclo delle batterie porterà inoltre non solo un impatto positivo sull’economia, ma anche sull’ambiente.
Riciclare materie prime consente infatti di abbattere la dispersione di anidride carbonica nell’ambiente; ad esempio, sostituire il recupero del piombo all’approvvigionamento primario abbatte l’impatto ambientale del 49%, mentre quello dell’alluminio riesce a portare addirittura a una riduzione del 96%.
Partendo da tutti questi dati, si capisce il motivo per cui l’UE si sta impegnando sempre più nel tentativo di imporre norme che regolamentino lo smaltimento e il riciclo degli RPA; l’obiettivo, secondo quanto riportato da Erion Energy, è quello di portare entro il 2030 il riciclo delle pile portatili al 70% e quello delle LMT al 54%.