Gela. Niente da fare, per l’ennesima volta. Il consiglio comunale sceglie di non decidere sul maxi debito fuori bilancio da oltre due milioni di euro, ancora da regolarizzare in favore di Tekra. ll secondo decreto ingiuntivo. Alla fine della seduta, è caduto il numero legale. Questa volta, però, sembravano essersi aperti degli spiragli. Diversi consiglieri comunali, presenti alla seduta, hanno espressamente chiesto di votare. Il numero legale, però, non ha retto. Se ne riparlerà tra ventiquattro ore. A far cambiare idea a molti dei presenti, è stato il segretario generale Pietro Amorosia, che ha ribadito l’esistenza di tutte le condizioni per votare l’atto. Il peso dei quattro canoni contrattuali non ancora pagati a Tekra adesso è maggiore anche a seguito del doppio decreto ingiuntivo fatto recapitare dai legali della società campana, titolare dell’appalto per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Dopo quello degli scorsi giorni, un secondo decreto è stato appena notificato. Una conferma in tal senso è arrivata dagli assessori Fabrizio Morello e Simone Siciliano, entrambi presenti in aula. I decreti ingiuntivi fatti pervenire dall’azienda hanno contribuito a far alzare la tensione. Il consigliere Carmelo Casano ha, inizialmente, chiesto che la giunta ritirasse l’atto. “Non possiamo votare un debito fuori bilancio – ha detto – sapendo che comunque l’azienda ha provveduto per le vie giudiziarie, con tanto di interessi”. Una linea sostenuta anche da Guido Siragusa del Polo Civico, Salvatore Sammito di Un’Altra Gela e Maria Pingo del Megafono. Il capogruppo dell’Udc Giovanni Panebianco ha chiesto di verificare l’eventuale esecutività dei decreti ingiuntivi. L’intervento del segretario generale, però, ha smorzato i toni, seppur non manchino i dubbi.
Il Pd…in crisi. Il Partito Democratico si è confermato decisamente in crisi sul fronte debito. Il capogruppo Vincenzo Cirignotta e il consigliere Romina Morselli hanno ribadito la necessità di provvedere ad ulteriori verifiche, soprattutto davanti al doppio decreto ingiuntivo; Giuseppe Ventura, Salvatore Gallo e Antonino Biundo, invece, con due dichiarazioni scritte, si sono detti pronti a votare l’atto. “Nel parere rilasciato – è intervenuta il presidente del collegio dei revisori Assunta Cattuto – non c’è alcuna condizione. Per noi, il debito può essere votato”. Alla fine, pronti al voto erano anche il capogruppo della Lista Musumeci Vincenzo Cascino, l’altra esponente del Polo Civico Sandra Bennici e la stessa Maria Pingo del Megafono. I consiglieri del Movimento cinque stelle, da tempo, invece, hanno ribadito di non voler votare l’atto. Per questa ragione, non hanno partecipato alla seduta, ad eccezione di un’iniziale presenza del capogruppo Vincenzo Giudice. C’era, invece, Sara Cavallo. Caduto il numero legale, si tornerà in aula tra ventiquattro ore.