Gela. Quattro condanne confermate e una ridotta rispetto a quanto deciso, in primo grado, dal collegio penale del tribunale.
Condanna ridotta a Lo Vivo. I giudici della Corte d’appello di Caltanissetta hanno emesso il loro verdetto nei confronti di cinque imputati, tutti finiti al centro del blitz antimafia “Compendium”. Un’indagine che permise di far emergere i collegamenti tra le cosche locali e alcuni affari gestiti anche nelle regioni del nord Italia oltre ad una rete di estorsioni. L’unica condanna ridotta è quella di Claudio Lo Vivo, per lui in primo grado era già caduta l’accusa di associazione mafiosa. I giudici nisseni, accogliendo in parte le richieste arrivate dal difensore di fiducia, l’avvocato Vittorio Giardino, hanno escluso il collegamento tra lo stesso Lo Vivo e due episodi di presunte forniture d’armi in favore dei clan locali. Così, è arrivata la condanna a quattro anni e dieci mesi a fronte dei cinque anni e mezzo comminati in primo grado. L’imputato, da anni residente nel nord Italia, ha sempre ribadito di essere stato minacciato dai clan. Confermate, invece, le condanne a sei anni e mezzo di reclusione per Giuseppe Billizzi, fratello del collaboratore di giustizia Carmelo, e a sei anni per Gianfranco Di Natale. Condannati anche i collaboratori di giustizia Gianluca Gammino e, appunto, Carmelo Billizzi. Sei mesi al primo e un anno e undici mesi al secondo. Sono difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Gloria Iannizzotto, Vania Giamporcaro e Angelo Tornabene. Già in primo grado, comunque, erano cadute diverse contestazioni mosse agli imputati dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta. Non a caso, arrivarono cinque assoluzioni.
Comune e antiracket parti civili. I giudici d’appello, infine, hanno confermato il verdetto rispetto al risarcimento dei danni spettante alle parti civili costituite, dal Comune di Gela, con l’avvocato Ornella Crapanzano, alle associazioni antiracket, con i legali Giuseppe Panebianco e Giovanni Bruscia.