Gela. Le condanne già pronunciate per Salvatore Morello e Alessandro Di Fede sono state confermate.
Il blitz della polizia. Il verdetto è arrivato dai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta. I due imputati vennero arrestati a conclusione del blitz “Affari di famiglia”. In primo grado, il cinquantunenne Morello venne condannato a quattro anni e otto mesi di detenzione. Due anni e otto mesi, invece, per Di Fede, alla fine accusato solo della ricettazione di un motorino poi dato alle fiamme. Dalle indagini, emerse un presunto giro di droga gestito dai figli di Morello e un tentativo di estorsione. Addirittura, si sarebbe giunti al pestaggio del conoscente di un cliente che non avrebbe pagato una partita di droga. La procura generale ha chiesto di confermare in toto il verdeto di primo grado. I difensori degli imputati, gli avvocati Carmelo Tuccio e Salvo Macrì hanno contestato la ricostruzione condotta dai magistrati. Per i legali, il ruolo dei due imputati sarebbe stato marginale rispetto all’intera vicenda ricostruita dagli agenti di polizia del commissariato.