Gela. Il presidente della Regione Rosario Crocetta va processato con l’accusa di diffamazione. Le accuse incrociate. La decisione arriva dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Catania che ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dai magistrati etnei. Tutto ruota intorno alle accuse, a mezzo stampa, mosse dal presidente all’ambientalista Saverio Di Blasi. “Oggi, è in mano ai mafiosi – aveva dichiarato sulle pagine di Repubblica – Di Blasi è al soldo di cosa nostra”. Dichiarazioni che gli costarono la denuncia, firmata proprio da Di Blasi. Le affermazioni dell’ex sindaco traevano spunto da una precedente inchiesta, pubblicata dal settimanale Panorama, nella quale si ricostruivano presunti rapporti “pericolosi” del presidente. Tra gli intervistati, c’era proprio Saverio Di Blasi. I magistrati della procura di Catania, però, non hanno ritenuto sufficienti gli elementi a disposizione per chiedere il rinvio a giudizio. Nel provvedimento firmato dal gip, invece, si legge che “nel caso odierno più che al diritto di critica ci si riferisce a specifiche conclusioni date per assodate e pacifiche nella loro contestuale e assoluta gravità…detto ciò, appare consequenziale come il diritto non si possa piegare alle esigenze di un inseguimento verso il basso del degrado dei rapporti umani”. Adesso, i pm catanesi dovranno portare a giudizio Crocetta proprio con l’accusa di diffamazione. In riferimento all’articolo pubblicato da Panorama, invece, sia il direttore della testata che il giornalista che seguì la vicenda sono già stati rinviati a giudizio, accusati di diffamazione aggravata a mezzo stampa dopo la denuncia sporta dal presidente della Regione.