Gela. Il dibattimento non è stato aperto e il collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, valuterà diverse eccezioni preliminari avanzate da alcuni dei difensori degli imputati, in totale trenta. Si tratta di coinvolti nella maxi inchiesta antimafia “Chimera”, che ha condotto i carabinieri e i pm della Dda di Caltanissetta a ricostruire la struttura e gli affari del gruppo di mafia dei Sanfilippo di Mazzarino. Il rinvio a giudizio è stato definito a settembre. Molti imputati hanno optato per riti alternativi. Questa mattina, invece, davanti al collegio gelese si è avviata l’attività preliminare per Santa Sandra Aleruzzo, Bruno Berlinghieri, Giovanni Di Pasquale, Rosangela Farchica, Samuel Fontana, Vincenza Galati, Antonino Iannì, Dario Iannì, Vincenzo Iannì, Bartolomeo La Placa, Ilenia La Placa, Francesco Lo Cicero, Michele Mazzeo, Enza Medicea, Rosario Ridolfo Nicastro, Salvatore Ridolfo Nicastro, Andrea Sanfilippo, Calogero Sanfilippo (1991), Calogero Sanfilippo (1983), Calogero Sanfilippo (1976), Giuseppe Sanfilippo (1984), Giuseppe Sanfilippo (1979), Marcello Sanfilippo, Maria Sanfilippo, Marianna Sanfilippo, Marianna Sanfilippo (1985), Maurizio Sanfilippo, Girolamo Zuccalà e Ignazio Zuccalà. Parte civile, attraverso l’Avvocatura dello Stato, è il Ministero dell’interno (rappresentato dal legale Giuseppe La Spina). Sono diverse le eccezioni avanzate dai difensori, compresa quella dell’incompetenza territoriale del collegio del tribunale locale. Tra gli imputati, c’è anche la gelese Valentina Maniscalco (difesa dall’avvocato Giacomo Ventura), accusata insieme al marito Emanuele Brancato (che ne risponde in un altro giudizio) di aver strutturato rapporti con i Sanfillippo per il traffico di droga. La caratura criminale dei mazzarinesi avrebbe fatto breccia anche nel nord Italia, dove secondo gli inquirenti la famiglia di mafia si sarebbe radicata. Il collegio ha provveduto alla riunione per altri due imputati, rispetto ai quali era stato disposto il giudizio immediato. Alle eccezioni difensive si sono opposti i pm della Dda di Caltanissetta, Claudia Pasciuti e Davide Spina. In aula, si tornerà a seguito del rinnovo di alcune notifiche e per sciogliere le riserve sulle eccezioni delle difese.
Secondo le accuse, avrebbero tutti gravitato intorno alla famiglia di mafia dei Sanfilippo, che avrebbe controllato il sistema delle estorsioni e il mercato della droga. Per due omicidi, ricostruiti dai carabinieri e dai pm della Dda di Caltanissetta, saranno giudicati con l’abbreviato sia Salvatore Sanfilippo (1963) che Beatrice Medicea (sono difesi dagli avvocati Flavio Sinatra e Agata Maira). Gli investigatori sono certi di aver fatto luce sulle morti di Benedetto Bonaffini e Luigi La Bella, che risalgono al periodo a cavallo tra anni ’80 e ’90. Nel corso dell’udienza preliminare, il gup aveva deciso la trasmissione degli atti al tribunale di Gela per quattro imputati, compreso il medico Giuseppe Fanzone (difeso dall’avvocato Carmelo Brentino). Stessa decisione è stata assunta per un altro medico, l’attuale sindaco di Butera Giovanni Zuccalà (difeso dal legale Rocco La Placa). Le difese avevano eccepito l’incompetenza territoriale del giudice nisseno. Questi imputati sono accusati di ipotesi di reato diverse da quelle associative, addebitate invece agli altri coinvolti.