Gela. Tra meno di un mese, sarà più chiaro il futuro a medio termine del Pd locale. Il segretario provinciale Peppe Di Cristina, che si presenterà all’assemblea da dimissionario, non ha comunque alcuna intenzione di lasciare il campo scoperto. “Se qualcuno pensa che dopo aver ottenuto circa quattromila voti alle regionali io intenda mettermi da parte, allora si sbaglia di grosso – dice – non si è mai visto che il candidato con più voti nel partito e il terzo in provincia debba addossarsi tutte le colpe. Non serve l’opa per scalare il Pd, basta tesserarsi e partecipare al confronto interno. Il segretario cittadino del partito? Ho piena fiducia perché l’ho scelto io e l’ho eletto”. Di Cristina, che ha dovuto cedere nella corsa per l’Ars, seppur di stretta misura, è convinto che il fronte progressista debba mettere la basi e non può esistere senza il Pd. “Non capisco come si faccia ad ipotizzare un fronte progressista, che ci sarà già alle prossime amministrative a Riesi e Montedoro, senza il Pd ma con esponenti che tre anni fa erano candidati con la Lega o che hanno cambiato già diversi partiti oppure con i cinquestelle che criticano il Pd che ha votato per la vicepresidenza all’Ars di Di Paola – continua – inoltre sono incomprensibili le posizioni dei consiglieri Farruggia, Giudice e Ascia che hanno deciso di non votare la sfiducia. Farebbero prima ad ufficializzare di essere con Greco. Accusano il Pd di incoerenza e dicono di non voler condividere nulla con il centrodestra. Se non sbaglio il consigliere Farruggia firmò la sfiducia a Messinese insieme al centrodestra e i suoi attuali riferimenti erano nella prima giunta. In quel caso, come mai non ebbe alcun rossore? Il consigliere Ascia, eletta nel Pd, ha sostenuto Greco, mentre il consigliere Giudice, poi dichiaratasi indipendente di sinistra, è stata eletta con le liste di Melfa”. Il segretario dem guarda ad un fronte progressista che faccia perno su tre poli “lealtà, coerenza e moralità”. “In città, ci sono ancora nodi apertissimi dei quali sembra che nessuno voglia interessarsi, ad eccezione della procura – spiega ancora – alle prossime amministrative ci batteremo per candidature trasparenti al massimo. Non permetteremo che questa città ritorni indietro di trent’anni”. Il filo rosso che fino a qualche tempo fa teneva insieme gli ultimi pezzi del rapporto politico tra i dem e il sindaco Greco si è spezzato e Di Cristina non fa nulla per nasconderlo.
“Il sindaco è veramente molto confuso – continua – un possibile azzeramento? E’ una buffonata. Ora, contesta l’autonomia differenziata, ritenendola un male per territori come i nostri. Ma non si è accorto che era nel programma del centrodestra che dice di sostenere? Questa è schizofrenia politica. Sono invece stucchevoli le dichiarazioni di esponenti, anche del centrodestra, che hanno spiegato di non sostenere la sfiducia perché non vogliano condividerla con il Pd. Invece, ho apprezzato la coerenza di quei gruppi di centrodestra che hanno firmato ritenendo che non si possa più andare avanti con l’amministrazione Greco”. Ieri, ci sono stati incontri palermitani e il segretario provinciale sembra convinto che il Pd possa ripartire ma senza un “repulisti” generale. C’è anche chi lo vede tra i papabili alla corsa di primo cittadino a Riesi, dove alle regionali ha ottenuto mille voti. Sembra comunque concentrato solo sulla città e sulla ripresa di un partito che dovrà arrivare alle prossime amministrative. “C’è un gruppo di giovani che sta lavorando molto bene e merita di essere protagonista – conclude – io mi metterò a disposizione, con ogni ruolo, di un partito nel quale milito da quando avevo quindici anni”.