Gela. Dopo anni di incertezza, con il rischio concreto che il bene confiscato venisse definitivamente abbandonato, cascina “Saetta” a Bosco Marengo è diventata realtà. La cascina riconvertita. L’ex immobile rurale confiscato a Rosario Caci, intestato alla moglie, è stato riconvertito in un centro per la coltivazione tramite sistemi di acquaponica e dedicato alla memoria del giudice Antonino Saetta. I magistrati piemontesi e liguri disposero la confisca dopo una serie d’indagini legate alla presenza dei clan di cosa nostra gelese tra Liguria e Piemonte. Il progetto di riconvertire la cascina è stato portato avanti dagli esponenti di Libera Alessandria che, attraverso l’associazione Parcival, hanno proseguito fino ad ottenere il via libera. All’inaugurazione, c’era anche il presidente nazionale di Libera don Luigi Ciotti. L’immobile confiscato, nel corso del tempo, ha subito crolli strutturali che hanno messo in discussione l’intero progetto. Oggi, invece, l’ex cascina, utilizzata secondo gli investigatori anche per nascondere armi a disposizione di cosa nostra gelese al nord, è stata strappata all’incuria e al controllo delle organizzazioni criminali.