Gela. L’inchiesta si concentrò su una presunta distrazione di fondi dal fallimento della “Eurograni”, tra le società più importanti nel settore del brokeraggio internazionale di granaglie. L’attenzione dei finanzieri e dei pm della procura si intensificò sull’imprenditore Massimo Barranco e sugli organismi tecnici e di controllo della stessa “Eurograni” e della “Mediterranea”, che gli inquirenti ritengono sempre riferibile proprio a Barranco e che sarebbe servita per disporre dei fondi distratti (per un ammontare di circa due milioni di euro). Davanti al gup, oggi, le difese degli imputati coinvolti hanno avanzato le proprie richieste. Alcuni hanno optato per il giudizio abbreviato. I legali di altri imputati, invece, non hanno scelto riti alternativi. Per Barranco, rispetto a diversi capi di accusa, è già stato disposto il giudizio immediato e l’imprenditore sta rispondendo alle contestazioni davanti al collegio penale del tribunale. Dal gup, inoltre, ci sono professionisti e altri collaboratori del gruppo imprenditoriale, tutti ritenuti responsabili di aver avallato le scelte che hanno poi fatto scattare l’inchiesta.
Dal gup, tra gli altri, ci sono il liquidatore di “Eurograni” Antonio Lombardo, l’amministratore “Mediterranea” Caterina Pirrè e i componenti del collegio sindacale della “Eurograni” Alessandro Micale, Michele Catania, Vincenzo Cirignotta e Nicola Alessio Gennuso, e ancora Pio Di Donato. Per i professionisti del collegio sindacale il riesame revocò la misura interdittiva che era stata applicata. Sulle richieste avanzate dai difensori (ci sono i legali Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Antonio Gagliano, Emanuele Maganuco e Joseph Donegani), il gup si pronuncerà a febbraio.