Gela. Si risolve, anche se solo temporaneamente, il caso della riapertura del sito di conferimento di Timpazzo.
Sì alla seconda vasca. Dai tecnici del dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti è arrivato il via libera all’utilizzo controllato, per un periodo di trenta giorni, della seconda vasca della discarica locale. Un sospiro di sollievo che permetterà di trasferire l’indifferenziato rimasto in strada, nelle ultime settimane trasportato nel sito di Lentini. L’ufficialità è stata confermata anche dal primo cittadino Angelo Fasulo durante la conferenza stampa di fine anno.
L’appalto dei sospetti. Ma Timpazzo continua a tenere banco dopo la lettera, firmata dai manager della società veneta Cesaro Mac Group, fatta recapitare, tra gli altri, alla presidenza della regione e ai magistrati della procura di Palermo. Gli imprenditori, infatti, già dieci giorni prima che la gara per l’ampliamento della discarica venisse aggiudicata indicavano i vincitori, ovvero l’associazione temporanea d’imprese composta dall’emiliana Consorzio cooperative costruzioni e dall’etnea Consorzio stabile Agorà. Stando alle accuse, dietro il consorzio acese ci sarebbe l’imprenditore gelese Emanuele Mondello che avrebbe cercato di aggiustare la gara pur di rientrare nel sistema dei subappalti. Il gruppo veneto, invece, venne escluso per vizi di forma. Accuse ritenute del tutto infondate dal gruppo Mondello che, non a caso, attraverso i propri legali, starebbe già pensando di agire legalmente per tutelare la propria immagine.
Una commissione per valutare le accuse? Intanto, il deputato regionale Giuseppe Arancio, componente della commissione antimafia all’Ars, è chiaro nel definire la propria posizione sull’intera vicenda. “Ho saputo dell’interrogazione sul caso presentata dal deputato Claudio Fava – spiega – credo che la vicenda vada analizzata dagli organi competenti, in questo caso la magistratura. Certamente, si tratta di accuse molto gravi per un appalto comunque importante anche sul piano dei costi. Non escludo, a questo punto, che possa essere nominata una commissione interna all’Assemblea regionale che si occupi di approfondire l’intera vicenda”.