Gela. Il Comune ha deciso di impugnare le due sentenze del Tar che annullano le ordinanze emesse dal sindaco per vietare a Caltaqua di erogare l’acqua nelle ore notturne e garantire il servizio di approvvigionamento tramite autobotti. L’amministrazione comunale, capeggiata da Domenico Messinese, rappresentata dai legali Lillo Massimiliano Musso e Rochelio Pizzardi, ha deciso di ricorrere al Consiglio di giustizia amministrativa (Cga) e accusando il Tar “di avere negato ai gelesi il diritto alla difesa” non nasconde la possibilità di rivolgersi alle Autorità “dati gli effetti di una sentenza palesemente abnorme”. “La sentenza del Tar arriva come una doccia fredda – commenta l’avvocato Lillo Massimiliano Musso – perché non ha concesso al Comune il tempo per una tempestiva costituzione in giudizio come previsto dal codice del processo amministrativo. L’articolo 60 – aggiunge – stabilisce che prima della decisione debbano trascorrere almeno venti giorni dall’ultima notificazione del ricorso. La notifica del ricorso di Caltaqua è datata 12 maggio mentre la decisione del Tar arriva solo 10 giorni più tardi. È palese la violazione dell’articolo 60 del codice del processo amministrativo. Ci rivolgeremo al Consiglio di giustizia amministrativa. Il diritto di difesa dell’ente è stato violato”. L’assessore agli Affari legali, Fabrizio Morello, è sicuro che “il Consiglio di giustizia amministrativa riporterà al Tar la discussione al merito. Naturalmente rimarremo vigili col nostro programma che mira a sollecitare la società Caltaqua a rispettare le regole garantendo l’erogazione continua e l’acqua potabile. Non siamo più disposti a tollerare quello che hanno fatto altri per più di un decennio”.