Gela. “Greco? Mai avuto alcun dialogo. Chi ha fatto certe affermazioni, se ne assume tutte le responsabilità, anche eventualmente giudiziarie”. Il consigliere comunale Paola Giudice, insieme alla grillina Virginia Farruggia e all’esponente di “Rinnova” Alessandra Ascia, ha scelto di non dare seguito alla mozione di sfiducia, individuando troppi lati politici oscuri tra gli altri sostenitori dell’iniziativa. “Io e i consiglieri Farruggia e Ascia siamo opposizione – dice – non rispondo neanche alle provocazioni. Fino a prova contraria, dall’inizio il mio posto è stato all’opposizione. A differenza di chi ha governato per tre anni con il sindaco e ora vorrebbe lavarsi la coscienza davanti alla città, dicendosi opposizione. Credo che sia ben chiaro che non hanno mai smesso di cambiare schieramento e collocazione e forse, se ce ne sarà ancora il tempo, potrebbero farlo di nuovo. Ognuno ha una storia politica e personale. La mia è solida. Sono stata eletta all’opposizione e non ci saranno mutamenti. Altri, invece, hanno contribuito al disastro della città e ora parlano di mozione di sfiducia”. Giudice, che si è sempre collocata nell’area di sinistra, ormai da tempo collabora in maniera costante con la grillina Farruggia e con Ascia di “Rinnova”. La loro sembra un’evidente equidistanza politica non solo dal centrodestra (compreso quello che si rifà al sindaco Lucio Greco) ma anche dal Pd. “Per responsabilità del Pd locale si è perso qualsiasi senso progressista – aggiunge Giudice –parliamo di un partito che tre anni fa ha rinunciato al simbolo e si è alleato con Forza Italia. Ha contribuito all’elezione del sindaco e ha governato insieme a Greco. Non c’è alcuno spazio per dialogare con questo Partito Democratico. Lezioni di coerenza e moralità non ne prendiamo da nessuno”. La frenata sulla mozione di sfiducia ha ragioni anzitutto politiche ma non solo. “Ci sono due destre in città, quella che è nella giunta del sindaco e quella che sta all’opposizione – dice ancora il consigliere – a Roma e a Palermo, però, stanno già dialogando, anche per definire il futuro della città e sempre sulla scia di questa amministrazione comunale. Quindi, non capisco perché dovremmo prestare il fianco a chi ha fallito, danneggiando ulteriormente la città. Abbiamo valutato diversi fattori, compreso quello del bilancio. Dovremo capire cosa farà l’amministrazione. Deciderà di portare in aula consiliare un bilancio con parere negativo oppure opterà per il predissesto? Sono tutte scelte che avranno conseguenze sulla città. Abbiamo fatto un ragionamento di responsabilità e di appartenenza politica”.
Sicuramente, da Giudice, Ascia e Farruggia potrebbero arrivare le basi per un polo progressista da strutturare in un’area che vada oltre il Pd. “Abbiamo una visione comune, di tipo progressista – conclude – con il consigliere Farruggia abbiamo iniziato a dialogare fin da subito e ora la collaborazione è ancora più intesa. Anche il consigliere Ascia ha questa visione e sicuramente posso dire che il suo addio al Pd si deve anche al fatto che non condivideva più un’opposizione blanda. Il Pd ha aperto porte e portoni al sindaco, almeno fino a qualche settimana prima della campagna elettorale per le regionali”, conclude.