Gela. Una ricollocazione che non prescinda dai lavoratori dell’indotto storico della raffineria. E’ uno dei presupposti portanti per la Cgil locale, che questa mattina, attraverso il segretario della Fiom Orazio Gauci, ha chiamato a raccolta gli operai rimasti fuori dal ciclo produttivo e quelli che si trovano con ammortizzatori sociali in scadenza, come la mobilità in deroga. L’area di crisi complessa, da quanto emerso, deve trovare piena attuazione. Gauci ha spiegato che sul territorio “non possono esserci lavoratori e un’area di crisi di serie B”. Le aziende che si aggiudicano appalti, sia rispetto alle attività di bonifica di Eni Rewind che in raffineria, “devono attingere dal bacino storico”, ha rimarcato il sindacalista nel corso del confronto avuto con i lavoratori. Per la Cgil, inoltre, gli operai locali in scadenza della copertura Naspi hanno il diritto di ottenere le garanzie previste dall’area di crisi, “come avviene già a Termini Imerese”, è stato detto. Gauci precisa inoltre che c’è piena disponibilità “alla concertazione”. Senza riscontri, però, non si escludono “azioni di protesta”. Da diversi mesi, sono tanti i tavoli avviati per gli investimenti nel sito locale di Eni. L’attenzione principale si muove intorno al progetto “Argo-Cassiopea” ma è stato appena autorizzato il potenziamento del sistema Btu e inoltre ci sono tutti i lavori ricompresi nel protocollo per il processo di decarbonizzazione del sito di contrada Piana del Signore.
Nelle scorse ore, la Fiom ha tenuto un’assemblea nella zona di raffineria, con i lavoratori dell’indotto attualmente impegnati in società che operano negli appalti della green refinery. “L’aumento delle materie prime e i ribassi che le aziende praticano per acquisire i contratti hanno ripercussioni sulla qualità del lavoro e sul reddito degli operai”, ha detto Gauci.