Gela. Sarebbe stato la “longa manus” del fratello, in quel periodo costretto agli arresti domiciliari. La cocaina piazzata ai clienti. Un giovanissimo è accusato di aver fatto parte di un vasto giro di spaccio di droga, soprattutto cocaina. Il centro nevralgico venne individuato nei pressi di un bar della città. Gli investigatori che seguivano le mosse del fratello, ritenuto legato anche a fornitori palermitani, si accorsero però che diverse dosi di cocaina venivano piazzate anche dal giovane, all’epoca dei fatti ancora minorenne. La ricostruzione, davanti ai giudici del tribunale dei minori di Caltanissetta, è stata effettuata da due investigatori che seguirono le indagini. Il presunto pusher riusciva a piazzare le dosi ai clienti che lo attendevano sulle loro automobili. Una di queste venne fermata pochi minuti dopo lo scambio: il conducente venne trovato in possesso di una dosa di cocaina. La ricostruzione, in ogni caso, è stata messa in dubbio dal legale di difesa dell’imputato, l’avvocato Davide Limoncello. Il difensore, già durante le precedenti udienze, ha chiesto approfondimenti anche rispetto al contenuto delle intercettazioni telefoniche al centro delle indagini. L’utenza intercettata, infatti, sarebbe stata nella disponibilità soprattutto del fratello dell’imputato.