Gela. Un anno e otto mesi di reclusione, con pena sospesa a condizione che versi le somme del mantenimento dei figli minori. La condanna è arrivata per un cinquantacinquenne. Era accusato di diversi episodi, con violenze sulla moglie. Non si sarebbe fermato neanche davanti agli stessi figli. La donna, nel tempo, riportò ferite e subì un condizionamento psicologico proprio per le azioni del marito, finito a processo. Il giudice Miriam D’Amore, al termine dell’istruttoria dibattimentale, ha pronunciato la condanna. La moglie, parte civile nel procedimento, assistita dall’avvocato Joseph Donegani, ha confermato le condotte subite.
L’imputato è difeso dall’avvocato Anna Lorefice. Le violenze furono segnalate dalla donna, ormai stanca di subire. Gli inquirenti hanno effettuato accertamenti su un periodo di almeno due anni. “Ti ammazzo e non mi interessa se vado a fare cento anni di galera”, sarebbe arrivato a dire durante uno degli episodi di minacce e violenza.