Gela. Trent’anni fa Gela conosceva una delle pagine più buie della sua storia. La Stidda decise di mandare un segnale forte, uccidendo un commerciante simbolo che non si era piegato al pizzo. Gaetano Giordano venne assassinato la sera del 10 novembre 1992 mentre rientrava nella sua casa di via Verga, poco distante dalla sua profumeria di corso Vittorio Emanuele.
Fu un monito a tutti gli altri operatori economici del territorio affinché nessun altro osasse ribellarsi al ricatto mafioso. Dopo che Giordano aveva cacciato dai propri negozi gli estorsori e denunciato uno di loro, gli stiddari decisero di eliminarlo “per educare” tutti gli altri.
L’Antiracket inizialmente fu un fallimento. La svolta nel 2005 grazie a Tano Grasso, alla Fai ed alla associazione che porta il nome di Gaetano Giordano. Il Presidente nazionale della Fai, Luigi Ferrucci, ha voluto porgere un pensiero alla moglie Franca Evangelista Giordano e ai figli Massimo e Tiziana, che “nonostante la drammatica perdita del loro caro, hanno scelto di rimanere a lavorare in quel territorio, riuscendo a trasformare il proprio immenso dolore in impegno costante a favore della comunità gelese”.
Domani alle 17, presso la chiesa di San Francesco, verrà celebrata una messa in ricordo del commerciante. La messa sarà officiata da don Rosario Gisana, vescovo della diocesi di Piazza Armerina. A seguire la famiglia Giordano, insieme alle autorità presenti, si recheranno in via Verga, luogo in cui è stato assassinato Giordano. Fra gli altri, interverrà il Commissario straordinario del governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, Prefetto Maria Grazia Nicolò.