Gela. I vertici di Eni presentano il progetto della green refinery e i nuovi cantieri che, almeno sulla carta, dovrebbero alleviare la fame di lavoro, soprattutto dell’indotto.
“Perchè siamo stati esclusi?”. All’incontro organizzato, però, non sono stati invitati i consiglieri comunali. Ci sarà l’amministrazione ma non gli esponenti del civico consesso. Un mancato invito che non è andato giù all’esponente del Megafono Antonio Torrenti, anche presidente della commissione sviluppo economico. “Che senso ha presentare il progetto green – spiega – e invitare solo l’amministrazione comunale, dimenticando che l’intera città da mesi oramai pressa chi è deputato a rappresentarli in Comune ovvero noi consiglieri comunali? Trenta consiglieri, uomini e donne , che in questo anno di mandato hanno cercato di dialogare con i cittadini nell’unico presupposto di portare pace sociale. Perché di questo si parla. Eni deve accettare che per una scelta manageriale discutibile, che personalmente ho sempre contestato, una città intera è stata messa in ginocchio. Oggi, Gela ha bisogno di certezze e non può essere esclusa ed ignorata quando arriva il giorno dell’avvio dei lavori di quella che è stata venduta a tutti come la nuova era della raffineria”. I dubbi di Torrenti non risparmiano l’amministrazione comunale e il sindaco Domenico Messinese. “Voglio sperare – conclude – che dietro al mancato invito ai consiglieri non vi sia nessun’altra ragione se non una perdonabile dimenticanza. Nemmeno il presidente del consiglio Alessandra Ascia, enormemente rammaricata di ciò, ha potuto spiegarmi il perché poi l’amministrazione invitata non abbia di fatto esteso l’invito al consiglio comunale”.