Gela. E’ stata fissata per fine mese l’assemblea provinciale del Pd, che anzitutto dovrà disegnare il prossimo futuro del partito sul territorio. I dem sono chiamati a decidere sulle dimissioni avanzate dal segretario Peppe Di Cristina. Il mancato raggiungimento del seggio all’Ars, già dopo l’ufficialità dell’esito elettorale, l’ha spinto ad avanzare le proprie dimissioni. Almeno a livello locale, però, il partito cittadino e i dirigenti locali pare vogliano rinnovargli la fiducia. Sia il segretario Guido Siragusa sia un dirigente come l’ex parlamentare Ars Miguel Donegani, si sono detti contrari al passo indietro dell’attuale guida provinciale. Il presidente del partito, Annalisa Petitto, ha convocato l’assemblea per il prossimo 27 novembre. I segretari di circolo e i componenti della direzione provinciale prenderanno posizione. Di Cristina, pur ammettendo la sconfitta (concretizzata sul finale della corsa), ha comunque espresso considerazioni più che positive. Ha parlato di un partito in crescita rispetto alle regionali di cinque anni prima. Anche il suo risultato personale, nel confronto con quello degli altri candidati in città, l’ha visto come una base per ripartire (con circa quattromila voti di preferenza). E’ chiaro però che i dem si attendevano di arrivare al seggio. Il candidato più atteso era sicuramente l’attuale segretario provinciale, che seppur di misura ha dovuto cedere al sindaco di Mussomeli Giuseppe Catania, entrato all’Ars sotto le insegne di Fratelli d’Italia. Oltre alla decisione sul ruolo di Di Cristina, i dem devono capire come andare avanti. Il campo progressista sembra quello che non verrà abbandonato ma è tutto aperto, ad iniziare da un’eventuale ripresa del dialogo con i grillini del Movimento cinquestelle, bruscamente interrotto proprio nel corso della campagna elettorale per l’election day dello scorso settembre. Di Cristina e i dem locali non sono contrari a riprendere i contatti con il Movimento cinquestelle, mentre ad essere assai restii sono proprio i pentastellati. Lo stesso segretario provinciale non ha nascosto che in città il partito, almeno per le regionali, si attendeva numeri diversi. I dem invece si sono dovuti accontentare di un consenso che alla fine non è riuscito a controbilanciare il voto tutto “casalingo” incassato da Catania e che gli ha permesso di scalzare Di Cristina. Tra i punti dell’assemblea provinciale c’è quello della “situazione politica”, che inevitabilmente darà filo da torcere a tutti. Anche nel capoluogo, il partito va registrato con maggiore accuratezza. In questi ultimi anni, non è mai mancata una certa diffidenza, seppur non così generalizzata, rispetto al ruolo sempre maggiore costruito intorno a Di Cristina, che può sicuramente contare sull’appoggio di pezzi importanti, anzitutto il vicesegretario nazionale Giuseppe Provenzano e il neo deputato Anthony Barbagallo (che ha condotto il partito regionale all’election day di settembre).
In città, il Pd appoggia la sfiducia al sindaco Lucio Greco ed è proiettato a costruire una coalizione che non troverà comunque riscontri nell’esperimento “arcobaleno” di tre anni fa, quando i vertici dem sostennero l’avvocato Greco, anche insieme ad entità politiche di centrodestra come Forza Italia. L’obiettivo per il dopo-Greco sembra invece un fronte marcatamente progressista. Anzitutto, tocca ai democratici capire come vogliano arrivarci e se a guidare il partito (che negli ultimi anni qualche tassello importante l’ha perso per strada) dovrà essere ancora Di Cristina.
Si riparte da di Cristina? Haha praticamente rimangono fermi. Solita minestra imparentata coi vecchi lupi che da decenni governano Gela.
Di Cristina forse ancora non hai capito, primo che hai perso le elezioni tu e tutto il PD PARTITO DEMOCRATICO neanche quei voti ti meritavi, secondo il PD PARTITO DEMOCRATICO a Gela e provincia neanche dovrebbe esistere.