Gela. “Donna, vita e libertà”, è lo slogan diventato un grido globale di protesta contro il regime in Iran e a favore della libertà delle donne dopo la morte, il 14 settembre, di Jina Mahsa Amini, la ventiduenne curda arrestata e picchiata dalla polizia morale perché non indossava correttamente il velo. L’avvocato Guendalina Ruvio sostenuta e accompagnata dalle colleghe del foro di Gela ha scelto di partecipare al flashmob che sta dilagando sui social. Gli avvocati del foro locale hanno scelto di accogliere l’appello di alcuni membri della comunità iraniana. Un gesto simbolico di vicinanza alle donne che stanno lottando. Il taglio di una ciocca di capelli, da inviare all’ambasciata iraniana a Roma. Una ciocca proprio come quella sfuggita al velo Jina Mahsa Amini, per cui è stata arrestata e picchiata. Un segno di protesta contro gli omicidi e le inaccettabili violenze che stanno colpendo le giovani donne e i giovani uomini che in Iran chiedono di ripristinare un grado minimo di libertà e di civiltà.
Un gesto piccolo ma importante per prendere una posizione in difesa di tutte quelle donne che si aspettano il riconoscimento di diritti di base. Un’occasione per mostrare il proprio punto di vista che è quello della “libertà”. È necessario affermare il concetto che la violenza sulle donne deve essere assolutamente superata poichè i diritti sono “diritti umani”. “Si sta andando nella direzione di proteste che non sono singoli episodi, il che ci fa pensare che forse è nata davvero una coscienza e una volontà di ribellione da parte delle donne violate nei proprio diritti”, spiegano gli avvocati Ruvio e Desireè Iaglietti.
Tutte le ciocche raccolte verranno poi consegnate al Consolato Generale della Repubblica Islamica dell’Iran come gesto di pace contro la violenza della polizia.