Gela. Un breve flash-mob per ribadire la linea già espressa negli scorsi mesi, quella di garanzia dell’imputato, che deve essere giudicato senza troppi cambi in corsa. Gli avvocati della Camera penale “Eschilo”, questa mattina, hanno aderito alla mobilitazione dell’Unione Camere penali. Questa volta, la decisione è stata adottata dopo che i legali romani hanno segnalato un caso estremo, un procedimento penale collegiale svoltosi davanti a sedici diversi giudici, susseguitisi in quindici udienze. Una situazione che svilisce il processo e non consente una valutazione oggettiva degli elementi maturati in dibattimento, così hanno spiegato il presidente della Camera penale Rocco Guarnaccia e uno dei consiglieri, il legale Angelo Gaccione. Un gruppo di avvocati del foro locale e non solo (questa mattina c’era anche il presidente della Camera penale di Enna Sinuhe Curcuraci), ha preso l’iniziativa, sostenendo la mobilitazione partita dai colleghi capitolini.
La posizione dei legali è unanime e anche gli avvocati romani hanno spiegato che queste continue variazioni nella composizione del collegio penale determinano “impattano in maniera frontale sui canoni dell’oralità e dell’immediatezza, impedendo al collegio di conoscere volta per volta gli snodi processuali antecedenti al suo insediamento e pregiudicando irreparabilmente la correttezza dell’iter di formazione del bagaglio conoscitivo a partire dal quale il giudice dovrebbe assumere la propria decisione e articolare la relativa motivazione”.