La droga nel contatore dell’acqua, Di Noto va ai domiciliari: “L’ho fatto per pagare i debiti”

 
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Gela. Lascia il carcere di Balate e finisce agli arresti domiciliari. L’indagato ha risposto al gip. Il trentatreenne Luigi Di Noto è accusato di aver avuto a disposizione oltre quattro chili tra hashish e marijuana, nascosti nel vano del contatore idrico della sua abitazione. L’indagato è stato sentito dal giudice delle indagini preliminari Veronica Vaccaro. L’interrogatorio di garanzia si è svolto in carcere. L’uomo, difeso dall’avvocato Davide Limoncello, ha ammesso di aver tentato la carta dello spaccio in città per cercare una soluzione ai problemi economici che, intanto, si erano manifestati. Dopo aver perso il lavoro, non sarebbe più riuscito a far fronte agli impegni economici. Con moglie e figli a carico, avrebbe acquistato la partita di droga per poi rivenderla in città. Stando ai carabinieri che hanno effettuato il sequestro, lo spaccio gli avrebbe potuto garantire una somma non inferiore ai cinquantamila euro. In base a quanto ammesso dall’indagato, in questo modo avrebbe potuto far fronte agli impegni assunti soprattutto per l’acquisto dell’abitazione nella quale vive insieme alla famiglia. L’avvocato Limoncello, suo difensore di fiducia, ha contestato la richiesta arrivata dai magistrati della procura, ovvero la conferma della custodia cautelare in carcere. Alla fine, il gip ha optato per i domiciliari. 

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