Sequestro e danni economici all’azienda di autotrasporto, assolto l’amministratore giudiziario

 
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Gela. Dopo una lunga procedura e le accuse di mafia che caddero, riuscirono a ritornare in possesso della loro azienda di autotrasporto, ma ormai gravata da pesanti debiti, al punto da non riuscire ad invertire la rotta per rilanciare l’attività. Furono consistenti i danni economici patiti dalla famiglia Valenti. Segnalarono i fatti e partì un’indagine che ha portato a processo l’avvocato Francesco Di Bennardo, professionista che si occupò di una delle fasi dell’amministrazione giudiziaria dell’azienda. Era accusato di abuso d’ufficio. E’ stato assolto, al termine del dibattimento. La pronuncia, con la formula “perché il fatto non costituisce reato”, è stata emessa dal collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Eva Nicastro e Martina Scuderoni). Secondo l’iniziale contestazione, il professionista non avrebbe condotto una gestione lineare. Nel corso del tempo non sarebbero stati rilasciati la necessaria documentazione e i rendiconti. I titolari dell’azienda si trovarono a dover fronteggiare una situazione debitoria allarmante, con esecuzioni giudiziarie sempre più frequenti e fornitori che attendevano i pagamenti. Di Bennardo, difeso dall’avvocato Flavio Sinatra, ha rilasciato dichiarazioni spontanee. In aula, ha ammesso le difficoltà avute per rispondere alle indicazioni del giudice che l’aveva nominato. Ha precisato che all’inizio era stato individuato solo come coadiutore ma successivamente ci furono le dimissioni dell’amministratore giudiziario e toccò a lui subentrare. “Non ho mai percepito compensi”, ha spiegato inoltre. Il difensore ha messo in discussione la sussistenza dei presupposti del reato contestato. Il pm Luigi Lo Valvo, al termine della requisitoria, ha confermato le conseguenze patite dai proprietari dell’azienda, indicando la strada dell’eventuale risarcimento civile. Rispetto al dolo, però, ha escluso che siano emersi tutti gli elementi per accertare una volontà precisa da parte dell’imputato. I titolari della società di autotrasporto hanno seguito l’intero procedimento, costituiti parti civili con il legale Renata Accardi, che ha invece chiesto la condanna per Di Bennardo.

Secondo la parte civile, ci fu piena consapevolezza del professionista, che si sarebbe sottratto ai suoi doveri, attraverso una gestione che alla fine fece deteriorare i conti e l’intera situazione economica. Il collegio ha deciso per l’assoluzione. I titolari, presenti in aula ad assistere all’udienza e alle discussioni delle parti, alla fine sono parsi assai contrariati, parlando di “un’ingiustizia”.

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