Con la carta aziendale rifornivano i loro mezzi, due condanne: assolti titolari stazioni di servizio

 
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Gela. Erano accusati di aver usato le carte aziendali per fare rifornimenti anche per i loro mezzi privati. Furono notevoli gli ammanchi accertati dai titolari di un’azienda locale del settore ittico, la “Pescagel”. Il giudice Martina Scuderoni ha disposto la condanna di due ex dipendenti, Nunzio Cauchi e Rocco Trainiti. Un anno e due mesi di reclusione, con pena sospesa. Questa è stata la decisione emessa dal magistrato, con la lettura del dispositivo. Sono risultate prescritte, invece, altre contestazioni che venivano mosse dalla procura. Furono i titolari dell’azienda a decidere di effettuare verifiche sui consumi di carburante, per i mezzi destinati alle consegne. Emerse una sproporzione notevole e così partirono le indagini della procura, a seguito della segnalazione. I due imputati, difesi dal legale Giuseppe Purpora, utilizzavano le carte carburante dell’azienda per rifornimenti in stazioni di servizio della città. Per la difesa, non ci fu una condotta fraudolenta dei due addetti, che a seguito degli ammanchi accertati vennero poi licenziati. Il pm Gesualda Perspicace ha concluso chiedendo la condanna per entrambi e per i titolari di due stazioni di servizio.

Nei confronti di Alessandro D’Arma (difeso dai legali Emanuele Maganuco e Joseph Donegani) e Giuseppe Pisano (rappresentato dal legale Tommaso Vespo) è invece stata pronunciata l’assoluzione, “per non aver commesso il fatto”. Le difese infatti hanno ribadito che i rifornimenti avvenivano quasi esclusivamente nei sistemi automatici e che comunque i titolari delle pompe di benzina non avevano alcun obbligo di effettuare controlli sull’attività svolta dai due dipendenti della “Pescagel”. Una linea che per loro ha portato ad una pronuncia assolutoria.

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