Gela. L’accusa di tentato omicidio, la scorsa settimana, è stata derubricata in quella di minaccia aggravata, determinando la condanna a due anni e quattro mesi di reclusione. Per Benedetto Giuseppe Curvà, adesso, è stata revocata la misura degli arresti domiciliari. Torna in libertà, su decisione del collegio penale del tribunale, che ha accolto la richiesta avanzata dai legali di difesa, gli avvocati Giovanni Lomonaco e Antonio Impellizzeri. Curvà era accusato degli spari contro un’abitazione di via Annibal Caro. Si trattò di una reazione all’aggressione che poco prima aveva subito, messa in atto da un minore (la cui famiglia vive nell’abitazione colpita dagli spari) e da un quarantenne, Crocifisso Di Gennaro (che ha patteggiato). La procura, nel corso della requisitoria della scorsa settimana, ha chiesto di derubricare l’ipotesi di tentato omicidio in quella di minaccia aggravata.
Inizialmente, era stata mossa l’accusa più pesante perché al momento degli spari, nell’abitazione, c’era una giovane, che secondo gli inquirenti rischiò di essere colpita. La difesa, invece, fin dall’inizio ha escluso la sussistenza dei presupposti del tentato omicidio.