Gela. Uno skyline senza più ciminiere, una delle cartoline storiche di Gela diventerà presto un ricordo. Entro il 2023 infatti dovrebbero iniziare le procedure di smantellamento del quadricanne, l’ultima delle due grandi ciminiere dell’ex stabilimento Eni che ancora svetta sull’orizzonte ad est della città. Il tutto rientra nel piano di interventi sancito dal protocollo sottoscritto nel dicembre 2019 dal Ministero dell’Ambiente e da Eni con l’obiettivo di realizzare un programma di decarbonizzazione, mitigazione ambientale, riqualificazione, valorizzazione e restituzione agli usi delle aree non più interessate da attività produttive legate al ciclo convenzionale di raffinazione. In quel protocollo Eni si è impegnata a rinunciare definitivamente ad assetti di produzione e lavorazione di oli minerali e a procedere, entro 10 anni, alla dismissione di tutti gli impianti e strutture non utilizzati per la produzione di biocarburanti.
La Raffineria ha quindi dato mandato a Eni Rewind, la società ambientale di Eni, di procedere alla demolizione del camino Snox, rimosso nel 2021, della centrale termoelettrica, comprensiva dei gruppi termici G100, G200 e G300 nonché del relativo parco stoccaggio, delle strutture trivelle Coking 1 e 2, della torcia D-D1. Nel piano sono comprese le demolizioni dell’impianto Texaco e dell’impianto lavaggio gas che, con una tecnologia oggi obsoleta, fornivano idrogeno alla raffineria. Gli interventi sono già in corso d’esecuzione, per un costo stimato di oltre 25 milioni di euro. A breve dunque toccherà al quadricanne, che entro l’anno prossimo dovrebbe sparire trasformando definitivamente lo skyline della città, come conferma il responsabile di Eni Rewind Carlo Montella.