Gela. Si difendono e lo fanno attraverso i propri legali. Nelle scorse settimane, la procura generale ha chiesto l’ergastolo per Salvatore Di Pasquale e Giuseppe Amedeo Arcerito, accusati di aver preso parte all’organizzazione e all’esecuzione dell’omicidio di Alfredo Campisi.
Le difese in aula. L’emergente di cosa nostra niscemese venne ucciso nel novembre di venti anni fa. L’ordine partì dalle famiglie di Gela e Niscemi. I legali di difesa dei due imputati, tra i quali l’avvocato Flavio Sinatra, hanno ricostruito per intero la vicenda al centro dell’inchiesta “Para Bellum”, cercando di ridimensionare il presunto ruolo avuto dai loro assistiti. In primo grado, davanti ai giudici della Corte d’assise di Siracusa, i due vennero assolti insieme a Sebastiano Montalto e Francesco Amato. Per i quattro, invece, davanti alla Corte d’assise d’appello di Catania, il procuratore generale ha chiesto l’ergastolo. A giudizio, ci sono anche i collaboratori di giustizia gelesi Carmelo Massimo Billizzi, Emanuele Celona, Nunzio Licata e Fortunato Ferracane. La richiesta per loro è stata di un anno e nove mesi di detenzione. In questo caso, la procura generale gli contestata anche la detenzione di armi. Un anno e dieci mesi di reclusione, infine, per Emanuele Greco. La dinamica e le ragioni dell’omicidio Campisi vennero ricostruite a conclusione del blitz “Para Bellum”, risalente all’estate di cinque anni fa. I magistrati arrivarono alle loro conclusioni anche a seguito delle dichiarazioni rilasciate da collaboratori di giustizia non solo gelesi ma anche niscemesi.Si tornerà in aula a giugno, per le eventuali repliche. Nel pool di difesa, tra gli altri, ci sono gli avvocati Giacomo Ventura, Cristina Alfieri, Angelo Tornabene, Danilo Tipo e Vania Giamporcaro.