Gela. Il sito d’interesse nazionale ampliato, per gli interventi di bonifica finanziati dal ministero, anche a tutti gli oleodotti e pozzi del gruppo Eni oltre alle aree al centro di attività di ricerca. Le nuove cartografie verranno a breve pubblicate. Sono queste le novità principali della nuova cartografia che verrà a breve pubblicata dai tecnici del Comune. Da tempo, soprattutto gli esponenti locali della Lipu che gestiscono la Riserva orientata Biviere, spingono affinché l’area Sin, al centro degli interventi di bonifica, possa essere estesa. Non solo il perimetro della zona industriale Eni ma anche diverse aree, sparse lungo il territorio, che sarebbero state addirittura trasformate in discarica abusive di rifiuti industriali. Per Emilio Giudice, tra i responsabili della Riserva Biviere, l’area Sin dovrebbe essere estesa ad un tratto del lungomare Federico II di Svevia che, nei decenni scorsi, è stato il primo sito di produzione del gruppo Eni in città. Oggi, in quello stesso tratto, sono presenti lidi e club.
L’ex impianto sul lungomare. “Nella cartografia – dice il vice sindaco Simone Siciliano – vengono inseriti tutti gli oleodotti e i pozzi del gruppo Eni oltre alle aree che sono state al centro di attività di ricerca per eventuali nuovi campi estrattivi. A questo punto, posso dire che i tecnici della Regione hanno effettuato scelte ponderate che non mettono in discussione zone della città dove sarebbe oggettivamente molto difficile intervenire”. Emilio Giudice, però, chiede chiarezza rispetto a quanto deciso anche tra i tavoli della Regione. “Nel corso della conferenza dei servizi – dice – l’amministrazione comunale si era impegnata ad effettuare i primi campionamenti nella zona del lungomare Federico II di Svevia dove era stato realizzato il primo impianto produttivo di Eni. Ci sono siti, oltre a questo, che vanno valutati. Spero solo che la giunta non si voglia tirare indietro”.