Gela. Le indagini sono state chiuse. La vicenda approfondita dagli investigatori è quella delle presunte irregolarità nella gestione dell’Ipab “Aldisio”, quando la storica struttura era sotto la guida di don Giovanni Tandurella. I pm della procura e i carabinieri hanno sviluppato diversi aspetti, fino ai rapporti tra la casa di riposo e la società privata “La Fenice” che riuscì ad ottenere la gestione di servizi e strutture. Rapporti contrattuali che furono successivamente annullati dal commissario nominato dalla Regione, Giuseppe Lucisano. Già allora vennero segnalate possibili anomalie e irregolarità. I pm della procura contestano anche la corruzione, rispetto ai rapporti tra Tandurella e i vertici della società “La Fenice”. Con la chiusura delle indagini, la procura potrebbe richiedere il rinvio a giudizio. Oltre a Tandurella (al quale da poco sono stati revocati gli arresti domiciliari), l’indagine tocca l’amministratore della società “La Fenice” Renato Mauro, l’ex consigliere comunale Sandra Bennici e l’attuale consigliere Salvatore Scerra. Nei loro confronti era venuto meno l’obbligo di presentazione, inizialmente imposto. L’attività investigativa, seppur senza l’emissione di misure, ha toccato inoltre Matteo Vella, Francesca Mendola, Rosario Moscato, Andrea Bartoli, Maria Palumbo, Giovanni Tirrito, Anna Rita Tandurella, Benedetto Decaro, Giovanni Decaro, Denny Decaro e la stessa società “La Fenice”.
Nel corso degli interrogatori, che hanno riguardato i destinatari di misure, tutti hanno respinto le contestazioni mosse dagli inquirenti. Su don Tandurella le accuse vertono anche sull’uso di lasciti e donazioni economiche dei familiari degli anziani. L’indagine è stata condotta valutando l’aspetto amministrativo della conduzione dell’Ipab, ora ritornata totalmente in controllo pubblico. Sono state effettuate perquisizioni per acquisire atti e documentazione. Intanto, sarà la Cassazione a pronunciarsi su un ricorso presentato dalla difesa dell’ingegnere Mauro, rappresentato dall’avvocato Giacomo Ventura. Tra i difensori degli altri coinvolti nell’indagine ci sono i legali Flavio Sinatra, Giovanna Zappulla, Valentina Lo Porto, Filippo Spina, Francesco Incardona e Rosario Prudenti.