Gela. Due linee telefoniche fisse e cinque mobili, per una presunta truffa da almeno ventiquattromila euro ai danni dell’Ast. Le chiamate a spese dell’Ast. In base a quanto ricostruito dai magistrati della procura, ci sarebbe un giovane disoccupato locale dietro al raggiro. Adesso, è finito a processo. Deve rispondere alle accuse davanti al giudice Silvia Passanisi. Sarebbe stato l’imputato, infatti, a contattare i tecnici Telecom, spacciandosi per il responsabile in città dell’Azienda siciliana trasporti. In questo modo, avrebbe ottenuto il via libera all’attivazione delle utenze telefoniche e, di conseguenza, a centinaia di chiamate a spese dell’Ast che in città gestisce il servizio di trasporto pubblico. Non a caso, l’azienda, per il tramite del proprio legale di fiducia, ha già preannunciato di volersi costituire parte civile con l’obiettivo di ottenere il risarcimento dei danni. Intanto, prima dell’apertura del dibattimento, è stato l’avvocato Carmelo Tuccio, legale di fiducia dell’imputato, a sollevare la possibile prescrizione di entrambi i capi d’imputazione. I fatti contestati al disoccupato risalgono a sette anni fa. Per il difensore, in sostanza, si sarebbero oramai prescritti. Il giudice Passanisi ha scelto di valutare tutti gli atti prima di emettere una decisione.