“Nell’attuale condizione di crisi, mi sovviene il pensiero di farci interpreti del grido di dolore proveniente da famiglie e ampi settori della società civile, dilaniati dall’improvvisa tempesta che ci vede tutti in prima persona esposti alle intemperie di una crisi senza precedenti, destinata a travolgere l’intera Nazione.Come Sindaco della sesta città della Sicilia, ho certezza che, non ponendo da subito adeguati argini all’improvviso rialzo dei costi dell’energia, intere famiglie si vedranno da qui a presto ridotte sul lastrico, con la inevitabile chiusura di tanti esercizi commerciali e il blocco delle stesse attività produttive.Il mio è un territorio che ha già pagato il prezzo più alto in termini di inquinamento ambientale; la sua economia ridotta ormai al collasso per via dell’improvviso blocco delle attività di raffinazione del petrolio; incapace di inseguire le nuove strategie dello sviluppo ecosostenibile che ha già tagliato fuori dal mercato del lavoro centinaia di imprese sino a qualche lustro scorso tutte gravitanti intorno all’industria petrolchimica del colosso Eni.L’improvviso imperversare dell’onda lunga della crisi economica ha già divorato le modiche risorse disponibili alla comunità e oggi l’innalzamento dei costi dell’energia rischia di fare tutto il resto.Continuiamo ancora ad ascoltare le tante proposte delle forze politiche nella trepidante attesa che il Governo finalmente agisca, mettendo in campo tutte le risorse necessarie per arginare quello che si annuncia ormai essere un diffuso malcontento verso le stesse Istituzioni.Giorno dopo giorno assisto, impotente, alle continue richieste di aiuto provenienti dai piccoli settori della economia locale, fatta di piccoli negozi di vicinato, supermercati e famiglie disperate per non aver modo di pagare le esose bollette riferite ai consumi dei mesi estivi.In più di una occasione, ho anche assistito allo sfogo di imprenditori seriamente preoccupati per il destino delle loro stesse piccole attività artigianali, non in grado di sostenere i costi della produzione.La loro reazione, sinora composta, temo possa degenerare nel perdurante silenzio dello Stato e delle sue Istituzioni, dimostrando insensibilità e colpevole compiacimento alla distruzione del tessuto produttivo nazionale.Ritengo perciò dovuto, a mezzo della presente, rivolgere un accorato appello alle S.V. Ill.me per una energica presa di posizione sulle urgenti questioni legate al “caro bollette”, interpretando il vero bisogno dei territori amministrati a disporre, da subito, delle migliori energie finalizzate a contenere l’eccessivo rialzo dei prezzi dell’energia, fornendo soluzioni pratiche, decisive e risolutive, comprensibili alla generalità degli stessi amministrati.Non è sicuramente più il tempo delle parole e delle promesse.Urge una responsabile sinergia delle forze rappresentative dei territori della nazione in grado di stimolare risposte serie e convincenti da parte dello Stato.Mi appello, quindi, alle sensibilità di ognuno di Voi per chiedere di sostenere una petizione popolare in grado di raccogliere la voce stessa dei cittadini per essere ascoltata nei Palazzi, direttamente da Chi non ha ancora ben compreso la gravità della situazione, continuando ancora a dimenarsi nella ricerca di soluzioni che non vedono mai la luce. Chiedo, pertanto, l’impegno ad organizzare una raccolta di firme su un testo di petizione popolare che impegni il Governo nazionale a dare le migliori soluzioni possibili, in via di assoluta urgenza, rispetto a una situazione di devastante crisi senza precedenti, divenuta ormai davvero insostenibile e foriera di ripercussioni negative sulla stessa tenuta dell’ordine e della pace sociale”.