Gela. L’indagine sulla destinazione in bilancio dei fondi delle royalties estrattive è stata chiusa mentre in municipio gli uffici finanziari stanno cercando di completare l’iter del bilancio di previsione 2022 e degli altri strumenti finanziari, monitorati dal collegio dei revisori. Le notizie sull’inchiesta sicuramente faranno alzare il livello di attenzione anche in consiglio comunale, dove si preannunciano lunghe discussioni. Il tema del resto è spesso stato dibattuto. La commissione bilancio attende tutti gli atti. Allo stato sono stati appena trasmessi il piano triennale delle opere pubbliche e quello delle alienazioni. Anche in commissione la luce è sempre stata accesa sul capitolo royalties. “Abbiamo più volte chiesto in passato, anche nel corso dei dibattiti d’aula, quale fosse la destinazione delle royalties – spiega il presidente della commissione Pierpaolo Grisanti – la risposta è sempre stata uguale, indicando che si trattava di somme a destinazione vincolata e l’accantonamento rispettava tutte le prescrizioni di legge”. Da quello che emerge dagli approfondimenti investigativi, ci sarebbe stato un uso non congruo alle finalità previste dalle norme, con una destinazione al risanamento dei conti dell’ente piuttosto che a progetti di riqualificazione.
In commissione si valuteranno anche questi aspetti e non si tratta degli unici punti sensibili. Il capitolo rifiuti, infatti, continua ad essere tra i più delicati. “Dovremmo capire come verrà calato in bilancio il debito da oltre sedici milioni di euro maturato nei rapporti con l’Ato rifiuti in liquidazione e che adesso è stato riconosciuto da una sentenza, che costituisce titolo esecutivo anche se non definitiva. Ormai, è un debito certo, liquido ed esigibile. Questa è una forte preoccupazione- aggiunge Grisanti – Ato potrebbe già agire con procedure esecutive. Mentre prima si poteva ricorrere al fondo crediti di dubbia esigibilità, ora non è più possibile. Potrebbe essere un problema serio”. Quello riconosciuto dai giudici del tribunale delle imprese di Palermo è un debito maturato in passato per mancati pagamenti dovuti ai conferimenti nella discarica Timpazzo e ad ulteriori servizi. Un peso enorme che l’amministrazione ha ereditato e che spesso il sindaco Greco ha segnalato. Non è da escludere che la sentenza possa essere impugnata ma sulla sussistenza del debito neanche l’amministrazione ha mai avuto dubbi.