Gela. Un presidio nel sito del gasdotto greenstream. La campagna di Legambiente “C’è puzza di gas” arriva in uno dei siti principali per le rotte degli approvvigionamenti nazionali. Il flash mob l’ha organizzato Legambiente, per l’11 ottobre. “Se fino a qualche anno fa il cambiamento climatico poteva apparire come qualcosa di relegato ad un futuro lontano, la realtà meterologica che ci circonda ci restituisce uno scenario estremamente preoccupante dimostrando da un lato che quel futuro è già arrivato e dall’altro che ora è il tempo di agire con politiche ambiziose di abbandono delle fonti fossili. In un contesto del genere, aggravato dallo scoppio del confitto in Ucraina, dalla pandemia, e dal caro bollette, il governo italiano ha deciso di continuare ad investire sulle stesse risorse che sono responsabili del disastro climatico e sociale che viviamo, le fonti fossili – fanno sapere da Legambiente – il gas metano, infatti, si candida a diventare la principale fonte energetica italiana con investimenti massicci su più di cento infrastrutture tra metanodotti, centrali termoelettriche, impianti di stoccaggio, rigassificatori e molto altro. I pericoli del gas fossile, però, non risiedono solamente nelle emissioni di anidride carbonica, in bollette costose e nella vulnerabilità internazionale; ma anche e soprattutto nelle emissioni dirette di metano, un gas fino a 86 volte più climalterante dell’anidride carbonica, e secondo responsabile del cambiamento climatico”.
Sul greenstream, che fa arrivare sulle coste locali il gas libico, è alta l’attenzione del governo nazionale, che ha disposto un rafforzamento dei controlli. “Un tema quasi sconosciuto, ma importante se si considera che, per raggiungere l’obiettivo europeo al 2030 di riduzione delle emissioni nette di gas climalteranti del 55 per cento, le emissioni di metano dal settore dell’energia dovrebbero diminuire di circa il 58 per cento entro il 2030 rispetto al 2020. Numeri importanti che richiedono sforzi collettivi tra Paesi e Aziende, ma anche norme e regolamenti stringenti che possano intervenire non solo in tema di manutenzione, ma anche di riduzioni strutturali sulle infrastrutture a gas esistenti e su quelle, purtroppo in costruzione, così come ridurre fino ad azzerare. C’è puzza di gas è la nuova campagna di Legambiente, sviluppata con il supporto di Clean Air Task Force, è nata con l’obiettivo di sensibilizzare territori, cittadini e cittadine sulle conseguenze di una politica fatta da massicci investimenti nel gas fossile, come sta avvenendo nel nostro Paese, ponendo l’accento su un tema tanto sconosciuto quanto importante. La campagna itinerante, che coinvolge otto Regioni, toccherà nel suo percorso l’intera filiera del gas fossile: dalle centrali elettriche, a quelle di compressione, ai gasdotti, ai pozzi estrattivi. E sarà l’occasione per affrontare il tema delle dispersioni dirette di metano partendo dalle istanze locali attraverso presidi, conferenze, flash mob e iniziative.bPer questo è necessario che in Italia ed in Europa – si legge in una nota – vengano adottati regolamenti ambiziosi finalizzati al tracciamento e alla riduzione delle dispersioni di metano, tenendole al minimo strutturale. Tra le tante azioni è inoltre possibile selezionare fornitori esteri tenendo conto degli standard adottati per il contenimento delle dispersioni e dare la precedenza ai più virtuosi”.