Gela. “Al partito bisogna dare una scossa e per questo ho scelto di presentare le dimissioni da segretario provinciale. Sarà l’assemblea a decidere. Il Pd, però, non esce affatto sconfitto dalla competizione regionale”. Peppe Di Cristina, che da anni guida il partito, prima in città e poi in provincia, si mette in discussione ma presenta numeri che non considera da crisi, anzi. “Sono stato l’unico candidato della città a sfiorare il seggio. In tutto il collegio ho ottenuto più di quattromila voti, esattamente 4.001, e il partito ne ha ottenuti 12.366. Sono numeri oggettivi. In città, abbiamo raddoppiato rispetto alle amministrative. E’ stato un grosso risultato, che a maggior ragione mi ha spinto a rimettere la decisione nelle mani dell’assemblea – spiega – voglio un confronto aperto e serio. Certo, qualche errore è stato fatto. Ma in città ho battuto i candidati di Forza Italia e Fratelli d’Italia. C’è chi ha voluto frammentare il voto, pur sapendo di non avere alcuna possibilità di arrivare al seggio, mi riferisco agli autonomisti e alla Nuova Dc, che nel collegio prendono fino a cinquemila voti in meno del Pd. Non siamo per nulla sconfitti. Un partito troppo personalizzato? Chi conosce la mia storia mi ha dato fiducia. Senza avere alcun sostegno dalle amministrazioni comunali di Gela e Riesi sono riuscito ad avere quasi 1.600 voti in città e mille a Riesi, un dato incredibile. Alla fine, non arriviamo al seggio solo per 500 voti”. Il voto per l’Ars segna probabilmente l’inizio di una nuova fase per il Pd, in provincia e soprattutto in città. Qualsiasi tipo di rapporto con la giunta Greco è da ritenersi cimelio del passato, anche recente. “Il sindaco Greco ha tradito due volte – aggiunge Di Cristina – si è schierato con il centrodestra, non rispettando l’impegno di imparzialità. Tradisce anche sulla questione morale, sostenendo un candidato presidente, ora eletto, che è a processo per i fatti dell’inchiesta su Montante. Non si può invocare la questione morale solo contro gli avversari. Ormai, Greco non potrà più parlare di questione morale. Un sostegno? Sì, glielo chiesi visto che avevamo supportato il progetto civico di tre anni fa, che è ormai naufragato. Il Pd c’è e ci sarà. Greco, invece, non sarà più sindaco. Il centrodestra di Fratelli d’Italia e della Lega ha già fatto sapere che non lo sosterrà. Il Pd sta invece lavorando ad un’alternativa. Dobbiamo ricostruire un polo di centrosinistra e progressista, che passa dal dialogo con il Movimento cinquestelle. Sono orgoglioso di non essere stato votato da nessuno dei componenti della giunta Greco. Vorrei anche ricordare che quando abbiamo deciso di lasciare la giunta, presentando le dimissioni dell’allora assessore Grazia Robilatte, fu poi Greco stesso a darle l’incarico all’Ato rifiuti. Robilatte ha sostenuto il candidato autonomista Caci. A breve potrei chiedere al gruppo consiliare del partito di presentare una mozione di sfiducia, non tanto per l’atto in sé ma per tracciare una linea e capire chi la sosterrà e chi invece deciderà di non farlo”. Di Cristina, che non pare affatto in posizione dimessa rispetto all’esito elettorale, ora sembra ancora più convinto nel seguire una scia di totale opposizione politica al sindaco e alla sua giunta.
“Andiamo avanti sul no all’inceneritore, che invece il presidente Schifani ha confermato – dice ancora – faremo una grande battaglia per le liste pulite alle prossime amministrative e continueremo a reclamare una sanità cittadina degna, che invece il centrodestra ha distrutto. Il Pd è ormai un partito rinnovato, che si affida ai giovani e non ai trasformisti che se ne sono andati per votare Fratelli d’Italia, Forza Italia o Lega. Con i dati che abbiamo ottenuto, non abbiamo bisogno di fare campagna acquisti tra i consiglieri comunali. Invece, sono già in contatto con tutti gli eletti del partito e ho chiesto massima attenzione per la città”. L’assemblea provinciale deciderà se accettare le sue dimissioni o se invece affidargli un nuovo mandato. Di Cristina, comunque, pare intenzionato a non finire nelle retrovie, certo di avere pieno sostegno dal partito che ha contribuito a costruire in questi anni. Una conclusione è già consolidata, il segretario e i suoi hanno rotto pure gli ultimi ponti di dialogo con la giunta Greco.