Gela. Dieci volontari per lavorare all’interno di un uliveto, in contrada Priolo Sottano, negli scorsi mesi confiscato a Giorgio Lignite, ritenuto vicino ai clan locali. Il campo aperto a dieci volontari. Inizierà il prossimo luglio l’esperienza pilota coordinata dai rappresentanti locali dell’associazione Libera, presieduta da Giuseppe Spata. I volontari arriveranno da diverse regioni italiane proprio con l’obiettivo di lavorare tra i campi e rimettere a nuovo un bene confiscato, trasferito nel patrimonio immobiliare del Comune. Il terreno sottratto a Lignite, da anni non viene più coltivato. Così, i volontari cercheranno d’intervenire. Verranno ospitati nei locali della parrocchia di Santa Lucia di don Luigi Petralia, tra i fondatori di Libera in città. Il sì definitivo è arrivato dai responsabili nazionali dell’associazione. Così, dopo anni la città rientra nel circuito dei campi di lavoro organizzati tra beni confiscati alle organizzazioni mafiose. Attività svolte soprattutto in Sicilia. Sono stati proprio gli esponenti locali di Libera a inoltrare le prime richieste che, alla fine, hanno trovato un appoggio anche da parte dell’amministrazione comunale. Sono stati effettuati alcuni sopralluoghi sul terreno prima di dare l’assenso definitivo. A luglio, così, dovrebbero arrivare i primi volontari. I campi di lavoro, a questo punto, potrebbero diventare una realtà consolidata. Gli esponenti locali di Libera, con in testa il presidente Giuseppe Spata, hanno sempre escluso comunque di essere interessati alla gestione degli immobili. “Come associazione da anni impegnata sul fronte dell’antimafia – ha più volte ribadito Giuseppe Spata – non abbiamo alcun interesse ad ottenere la gestione degli immobili e dei terreni definitivamente confiscati e destinati al Comune. Vorremmo soltanto, però, che potessero servire alla città”.