Gela. Hanno lavorato per anni nell’indotto di raffineria, soprattutto quello edile. Sulla carta, rientrano nell’indotto “storico”, che in base ad intese degli scorsi anni dovrebbe avere garanzie di collocazione rispetto a nuove assunzioni. Non è stato così per Emanuele Sciacca, Giuseppe Caltagirone e Salvatore Catania. Non riescono più a trovare collocazione, “nonostante in questi ultimi mesi siano state fatte tante assunzioni di personale esterno”, spiegano. Il timore è di essere stati del tutto abbandonati, messi praticamente nelle retrovie, mentre altri operai sono stati collocati. I tre lavoratori facevano parte dell’organico di Turco Costruzioni e due di loro riuscirono ad ottenere un verdetto favorevole dai giudici a seguito dell’impugnativa dei licenziamenti. Da allora, però, solo contratti a termine e mai confermati. “I sindacati, ai quali ci siamo rivolti, si sono limitati a dirci che non c’è nulla da fare – spiegano – però, non riusciamo a capire perché per noi non c’è posto mentre si fanno assunzioni di personale esterno, anche senza esperienza. Chi invece ha anni di lavoro in raffineria rimane fuori. Forse, si fanno favoritismi?”. Non intendono rassegnarsi. “Non escludiamo nulla, anche forme di protesta se dovessero essere necessarie”, aggiungono. Ognuno di loro ha una famiglia a carico e oneri da sostenere. Hanno difficoltà anche per le spese di base o per quelle necesarie agli studi dei figli. “Non riesco a trovare lavoro da oltre un anno e sono anche costretto a sottopormi ad un ciclo di cure periodico – dice Catania – a chi devo rivolgermi? Come si può andare avanti così? Non possiamo perdere la dignità. Non è giusto”. I tre operai, in queste settimane, hanno avuto il supporto del sindacalista Francesco Cacici, nel tentativo di arrivare ad una soluzione, che non sembra comunque a portata di mano. Pare che non ci siano aziende dell’indotto disposte ad assumerli.
“Sono in programma tanti investimenti e a breve dovrebbero partire i cantieri del progetto “Argo-Cassiopea” – aggiungono i lavoratori – è mai possibile che chi ha anni di esperienza e lavoro come noi non sia più utile mentre chi fino ad oggi non aveva mai messo piede in raffineria trova collocazione?”. I tre operai sono ormai convinti che anche il cosiddetto bacino dei lavoratori “storici” di raffineria serva a ben poco.