Gela. Un partito sostanzialmente messo in liquidazione e “svenduto”. È amaro l’atto finale del coordinatore provinciale Silvio Scichilone che ha scelto di lasciare l’Udc. Ha scritto ai vertici nazionali del gruppo centrista. Doveva essere lui il candidato di punta per le regionali. Invece, si è trovato fuori e con un partito assorbito dai cuffariani della Nuova Dc. Scichilone aveva già spiegato di non aver condiviso il passaggio con Cuffaro e si è tirato fuori. “Certamente rimango nel centrodestra, anche se è prematuro parlare di eventuali collocazioni”, dice. Contesta su tutta la linea le decisioni dei vertici del partito. “Dopo lo scioglimento del partito, avevo già annunciato le mie dimissioni, richiedendo un incontro con la segreteria, ma nonostante le mie sollecitazioni ad un confronto con la stessa, l’attesa è stata vana, dimostrando ancora una volta l’incapacità degli organi Dmdirigenti, nazionali e regionali, alla dialettica, al rispetto dei ruoli e delle regole partitiche. Tralasciando le scelte di carattere nazionale, è nota a tutti, la farsa dell’Udc siciliana. Infatti, apprendiamo dagli organi di stampa della mia candidatura per la corsa alle regionali, come capolista nella provincia di Caltanissetta, attraverso una dichiarazione dell’assessore Toto Cordaro e del coordinatore regionale Decio Terrana – ha scritto al segretario nazionale Cesa – ma sempre dagli organi di stampa, appena ventiquattro ore dopo, veniamo a conoscenza di un fantomatico accordo con Cuffaro, poi rivelatosi in realtà una svendita dell’Udc siciliana, in cambio di un paio di posizioni garantite. Solo per memoria collettiva, riporto alcune dichiarazioni di Terrana su Cuffaro non anni prima ma appena qualche settimana prima. “Se partiamo con Totò Cuffaro è meglio che restiamo a casa” oppure “il centro non lo possono fare certamente Totò Cuffaro e Saverio Romano” e potrei continuare. Di fatto per garantire la posizione della moglie del coordinatore regionale Terrana, all’interno del listino regionale, l’Udc ha venduto l’anima a Totò Cuffaro, come dimostrano i tanti abbandoni, da Turano alla Lo Curto, dalla Baglieri alla La Rocca, da Figuccia a Lo Giudice e per finire allo stesso Toto Cordaro, purtroppo tutto ciò con la tua approvazione”.
Scichilone sintetizza una direzione che ha fatto sbandare ogni progetto, nonostante i risultati ottenuti alle recenti amministrative. “Appena poche settimane fa, dall’incontro avuto con te a Roma, ero tornato rinfrancato ed ottimista di poter continuare a costruire un partito autorevole, significativo, incisivo nella società italiana, legato ai valori storici dell’Udc in grado di prescindere dagli interessi dei pochi e poter diventare così, finalmente, il vero punto di riferimento dei moderati italiani. Per la Sicilia in particolare ho apprezzato il tuo grande entusiasmo per la crescita che il partito stava dimostrando sia nei risultati elettorali che nelle aggregazioni in corso. D’altronde, prima di questa svendita, il partito aveva tre assessori regionali, diversi deputati e numerosi consiglieri ed assessori comunali, basti pensare che alle ultime elezioni amministrative nella sola provincia di Caltanissetta, Sommatino, Niscemi e Butera, l’Udc aveva eletto in ogni paese un Consigliere comunale ed aveva la propria rappresentanza in ogni giunta – scrive ancora – oggi devo rispettare la mia persona, la mia coerenza, la mia dignità politica, il mio modo di contribuire allo sviluppo del territorio, per cui tutto ciò rende incompatibile la mia presenza in uno pseudo partito che agisce solo ed esclusivamente per soddisfare voglie strettamente personali, accaparrandosi il diritto di poter prendere in giro i cittadini, anziché sviluppare una progettazione necessaria per lo sviluppo della Sicilia. Mi rendo conto che è già difficile incidere in un territorio come la Sicilia, a maggior ragione in partiti confezionati ad hoc per le varie tornate elettorali, per cui, proprio per il rispetto che ho sempre avuto nei confronti di amici e sostenitori, ritengo necessario ed utile spendermi a favore di forze politiche strutturate, coerenti, dove è possibile svolgere un’attività politica positiva per la Sicilia”. Con l’addio di Scichilone e con quello del consigliere comunale Salvatore Incardona, che già da mesi ha lasciato il progetto, il partito in città non esiste più e l’assessore Danilo Giordano, indicato dall’Udc, può ritenersi ormai senza un riferimento. “Mi dispiace dover esternare pubblicamente il mio pensiero, ma non voglio contribuire ad alimentare quel cono d’ombra fatto di silenzi e convenienze politiche, per poi sfociare in una omertà ideologica e politica. La politica deve essere assolutamente un servizio per la comunità, i politici devono avere comportamenti leali e onesti, senza nascondere assolutamente niente”, conclude.