Estorsioni stiddari, ex titolare sanitaria: “Mai richieste di denaro dai Nicastro”

 
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Immagine repertorio

Gela. “Mai ricevuto richieste estorsive dai fratelli Nicastro”. In aula, davanti al collegio penale del tribunale, ha parlato l’ex titolare di una sanitaria, Giuseppe Nocilla, a sua volta a processo per l’ipotesi di favoreggiamento. Sono fatti finiti in una delle costole dell’inchiesta “Agorà”, sulla rete estorsiva degli stiddari. “Simone Nicastro e Davide Nicastro li conosco perché erano clienti della nostra sanitaria, che poi abbiamo chiuso. Non mi hanno mai chiesto denaro. Acquistavano regolarmente. Non avevamo altri rapporti”, ha confermato. Altri imputati, attraverso i loro legali, hanno chiesto di essere sentiti dal collegio penale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore. Secondo i pm della Dda di Caltanissetta, ci sarebbero stati imprenditori ed esercenti locali che avrebbero omesso di denunciare richieste estorsive.

Sono a processo anche Carmelo Curvà, Luciano Orazio Curvà, Paolo Di Maggio, Angelo Cirignotta, Guido Cirignotta, Simone Nicastro, Giuseppe Caci, Umberto Barone, Salvatore Antonuccio e Giuseppa Palazzo. Le contestazioni venivano mosse inoltre ad Emanuele Palazzo, intanto deceduto. Gli approfondimenti investigativi partirono dopo le dichiarazioni rese da Carmelo Barbieri, ex esponente di Cosa nostra locale e collaboratore di giustizia. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Nicoletta Cauchi, Ivan Bellanti, Davide Limoncello, Salvo Macrì, Cristina Alfieri, Giovanna Zappulla, Guglielmo Piazza, Alfredo D’Aparo, Giusi Ialazzo e Lara Amata.

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