Ore in più e contratti violati, esercenti a giudizio per estorsione: denunce ex dipendenti

 
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Gela. Avrebbero preteso ore lavorative in più e prestazioni ulteriori, rispetto a quelle previste in contratti che sarebbero stati sistematicamente violati. Chi non accettava le condizioni, sarebbe stato praticamente messo alla porta. Sono accuse che hanno portato a processo due esercenti, entrambi di nazionalità cinese, con attività commerciali avviate in città. Sono difesi dall’avvocato Vittorio Giardino. I pm della procura contestano l’estorsione. Le indagini partirono a seguito di segnalazioni giunte da ex dipendenti, ora parti civili con i legali Tommaso Vespo, Joseph Donegani, Emanuele Maganuco, Ivan Bellanti e Floriana Cacioppo. Dopo il rinvio a giudizio, disposto dal gup, il procedimento è arrivato in dibattimento. E’ previsto l’esame di più testimoni. Nell’inchiesta venne coinvolto un terzo esercente, sempre di nazionalità cinese, la cui posizione fu però stralciata, perché risultato irreperibile (è rappresentato dal legale Filippo Spina).

In fase di udienza preliminare, la difesa dei commercianti si oppose al rinvio a giudizio, sostenendo invece che si sarebbe trattato di regolari rapporti di lavoro. Fu sottolineato, tra gli altri aspetti più tecnici, che gli atti del procedimento vennero notificati ma senza una traduzione in cinese, non dando la possibilità agli esercenti, da subito, di prendere contezza delle contestazioni.

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